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Said Omerović, Sapna<br />
DUETTO<br />
Rascvjetani most / Ponte in fiore<br />
E’ la primavera. La città del sole sta facendo il bagno nell’ abbondanza di raggi del sole che la<br />
coprono e la abbracciano come se fosse passata l’ eternità dal loro ultimo incontro.<br />
La cerimonia era iniziata con il forte mormorio del fiume Neretva che impetuosamente scende<br />
attraversando la città e giocando con le sponde.<br />
Questo fiume e questo ponte sono il cuore e il sangue di questa città – così diversi, ma allo<br />
stesso tempo uno senza l’altro non potrebbero avere nè senso né vita, il ponte è un testimone<br />
silenzioso - triste perché non serve al suo scopo.<br />
E’ mattina. I raggi di sole stanno giocando nella stanza di un bambino piccolo, attraversandola<br />
tutta per arrivare al suo viso, come per chiamarlo ad unirsi alla festa dell’ arrivo della nuova<br />
giornata. Il bambino apre gli occhi e sorride come per rispondere al saluto del sole. Quella<br />
mattina è saltato molto più velocemente dal letto ed era sceso in fretta in cucina, si sentiva un<br />
profumo piacevole.<br />
- Amar – esclamò sua mamma – stai attento a non fare tardi!<br />
- Non ti preoccupare, mamma – rispose lui.<br />
Velocemente ha “ pulito “ il piatto, poi ha preso la borsa ed è uscito fuori per andare a fare l’<br />
allenamento. Si era messo in moto con i passi veloci, non voleva essere in ritardo il primo giorno<br />
ed essere indisciplinato, questo faceva arrabbiare all’allenatore. Passava per strada salutando i<br />
volti conosciuti e respirando la freschezza che si distendeva per le strade..<br />
Questa gente, questa città sono i testimoni taciturni, in essa è inciso tutto, proprio tutto.<br />
E’ arrivato. Di corsa si è cambiato e si è precipitato verso il campo, dove già facevano il riscaldamento<br />
per il primo giorno di allenamento. Ha salutato l’ allenatore e qualche coetaneo che<br />
conosceva già da prima. Correvano da tutte le parti sul campo e in quel momento era importante<br />
solo il pallone, esso era il centro del mondo, l’unica cosa importante nelle loro teste.<br />
- Trasss …. – si sentì qualcosa che somigliava al tuono, spargendosi sul terreno.<br />
Nell’ ardore del gioco Amar aveva spinto fortemente il biondino e lui era caduto come colpito<br />
Da un fucile. Si fece un silenzio assoluto. All’ improvviso l’ aria era diventata molto pesante e il<br />
gioco si era trasformato in qualcos’ altro, in qualcosa di diabolico. Amar si è impietrito, non ci<br />
voleva credere che il gioco potesse portare ad una cosa del genere. Dopo qualche minuto si è<br />
ripreso e con l’ allenatore sono partiti verso l’ ospedale per capire cosa era successo a Hrvoje -<br />
cosi si chiamava il ragazzo con i capelli biondi, il suo nome glielo aveva detto l’ allenatore nel<br />
viaggio verso l’ospedale.<br />
L’ hanno aspettato per qualche ora nella sala d’aspetto dell’ ospedale finché lui non è apparso<br />
alla porta con il braccio destro ingessato. Gli si è avvicinato così come nel delirio e sinceramente<br />
si è scusato. Hrvoje ha fatto un cenno con la testa e all’ improvviso davanti gli occhi di questi due<br />
ragazzi sono sbocciati tutti i ricordi, le storie dei genitori, i film – Bosnia, l’ immemorabile guerra<br />
con la quale gli riempiono le teste.<br />
-Ma lui è un bambino come me – ha risuonato nelle loro teste quasi contemporaneamente. In<br />
tale momento i confini infiniti si sono uniti, il fiume Neretva diventò tranquillo, e la sponda<br />
sinistra si unì con la sponda destra in una unica cosa, se non per sempre, almeno per un attimo.<br />
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