"Il libro delle vergini" di Gabriele D'Annunzio - Altervista
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continuò a camminare, stupefatta, indebolita, quasi presso a<br />
svenirsi.<br />
– Stanca, eh? comare; voi non siete abituata, si sa.<br />
Appoggiatevi a me, appoggiatevi – <strong>di</strong>ceva Teodora. – La figlia<br />
<strong>di</strong> donna Mentina Ussoria, quella più piccola, butterata, stava<br />
proprio innanzi alla bottega, sapete, su la piazzetta...<br />
Erano alla caserma dei finanzieri. Gran<strong>di</strong> mucchi <strong>di</strong> carrùbe<br />
mandavano un odore forte come <strong>di</strong> pelli conciate; e la strada<br />
seminata <strong>di</strong> scaglie d'ostriche scricchiolava sotto i passi. Due<br />
sciàbiche, presso la riva, facevano pesca d'anguille, in silenzio,<br />
con la luna propizia. Ma la sonorità del mare empiva <strong>di</strong><br />
grandezza il silenzio: si annunziava la foce con l'ondeggiamento<br />
del sale superante il lieve fiore dell'acqua dolce.<br />
– Torniamo in <strong>di</strong>etro, belle figliole – <strong>di</strong>sse Don Paolo,<br />
prendendo una carruba dal mucchio vicino.<br />
Giuliana si lasciava condurre. Ella durava fatica a rattenere<br />
l'ansia del respiro; poiché ora il suo stato, con una terribilità<br />
incalzante, le si ripresentava <strong>di</strong>nnanzi e schiacciava tutti li<br />
aneliti e i tumulti del sentimento suscitati dalla voluttà della<br />
notte lunare. Ella vedeva, nella fissazione del suo pensiero, la<br />
figura <strong>di</strong> Lindoro levarsi e vivere; si sentiva un'altra volta<br />
afferrare e palpare da quelle mani aspre, soffocare da quel fiato<br />
caldo <strong>di</strong> vino e <strong>di</strong> libi<strong>di</strong>ne, violare su i mattoni della stanza. Ma<br />
in quel momento, pensava, ella non aveva resistito, non aveva<br />
gridato, non aveva fatto nessun moto per opporsi; ella aveva<br />
soggiaciuto, senza forze, non <strong>di</strong>stinguendo più nulla, non<br />
sentendo che una gran gioia mista <strong>di</strong> dolore innondarle le fibre,<br />
non sentendo che da tutto il suo essere la violenza della natura<br />
compressa insorgere. Allora quel riflesso <strong>di</strong> sensazione mise<br />
nella carne <strong>di</strong> lei un nuovo turbamento, una tenerezza <strong>di</strong><br />
languore infinita; e in quel <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne della coscienza la volontà<br />
<strong>delle</strong> sue idee si estinse. Le parve che tante cose della notte,<br />
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