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"Il libro delle vergini" di Gabriele D'Annunzio - Altervista

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turbarle il calore dolce ove ella s'era adagiata, a scuotere<br />

quell'abbandono pieno <strong>di</strong> fantasie vaganti e <strong>di</strong> desideri<br />

indeterminati ove ella stava per cullarsi.<br />

– Chiudete per carità, Gustavo!<br />

– Venite un momento a vedere.<br />

Ella si levò dalla se<strong>di</strong>a a fatica; all'affacciarsi ebbe un<br />

brivido, si strinse tutta, nascondendo le mani dentro le maniche<br />

ampie della veste; instintivamente si accostò a Gustavo.<br />

Dinanzi, nell'immensità della notte calava la luce della<br />

luna, la pace della luna, dove tutte le cose sommerse davano<br />

come la visione in<strong>di</strong>stinta <strong>di</strong> un fondo sottomarino con le sue<br />

gran<strong>di</strong> flore animali tra cui è un brulichio pieno <strong>di</strong> orrore. Le<br />

montagne della patria coperte <strong>di</strong> neve si avvicinavano, quasi<br />

incombevano al piano; si poteva <strong>di</strong>scendere con lo sguardo in<br />

tutte le cavità d'ombra, salire tutte le sommità luminose.<br />

Parevano come le gran<strong>di</strong> vertebre <strong>di</strong> una terra il cui sole fosse<br />

estinto da secoli; davano come l'impressione del paese lunare<br />

visto a traverso il telescopio.<br />

Essi guardavano, muti. La grandezza <strong>di</strong> quella scena<br />

naturale per un momento li dominava. Stavano da presso,<br />

toccandosi con i gomiti, toccandosi con le ginocchia.<br />

Dietro <strong>di</strong> loro Eva giuocava su la tavola tagliuzzando le<br />

scorze delli aranci rimaste nei piatti, mormorando parole vane,<br />

aspettando che il sonno se la prendesse tra le braccia.<br />

Gustavo, pianamente, insinuò le <strong>di</strong>ta dentro le maniche <strong>di</strong><br />

Francesca e le prese il pugno nudo sotto la stoffa che lo copriva.<br />

– Lasciate, Gustavo, lasciate! – <strong>di</strong>sse ella volgendosi<br />

in<strong>di</strong>etro, temendo d'Eva; e nel volgersi mise su 'l collo <strong>di</strong> lui un<br />

alito.<br />

Egli non intendeva, egli si sentiva salire alla faccia, sotto la<br />

pelle fredda per l'aria della notte, tutto il sangue del cuore, una<br />

vampa.<br />

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