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"Il libro delle vergini" di Gabriele D'Annunzio - Altervista

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evuto il vetriolo ed era morta così, con un bimbo <strong>di</strong> tre mesi nel<br />

ventre. La figlia <strong>di</strong> Clemenza Jorio s'era precipitata dal ponte, ed<br />

era morta così, nella fanga della Pescarina. Bisognava dunque<br />

morire.<br />

Quando questo pensiero balenò alla mente <strong>di</strong> Giuliana,<br />

cadeva il pomeriggio. Tutte le campane suonavano a gloria,<br />

nella vigilia del Corpus Domini; gran<strong>di</strong> tribù <strong>di</strong> ron<strong>di</strong>ni<br />

schiamazzavano e turbinavano su 'l palazzo <strong>di</strong> Brina, si<br />

assembravano a parlamento su l'Arco. Una magnifica nuvola<br />

rossa sovrastava le case, simile forse a quella che versò bitume<br />

ardente su l'empietà <strong>di</strong> Sodoma.<br />

Giuliana al baleno <strong>di</strong> quel pensiero si smarrì, ebbe paura.<br />

Poi a mano a mano che il sentimento della vergogna la<br />

persuadeva al passo, in fondo a lei una sorda ribellione <strong>di</strong><br />

vitalità cominciava a levitare, le viscere fremevano. Ella d'un<br />

tratto sentì il rossore e il calore del suo sangue metterle <strong>delle</strong><br />

chiazze su la fronte, su le guance. Si levò dalla se<strong>di</strong>a, torcendosi<br />

le braccia nell'agitazione della lotta. E, con impeto <strong>di</strong> forza<br />

nervosa, finalmente uscì dalla stanza, entrò nella cucina, cercò<br />

su le tavole un bicchiere e il mazzo delli zolfanelli. L'odore forte<br />

del carbone le turbava lo stomaco; la vertigine le prendeva il<br />

cervello. Ella trovò tutto: mise li zolfanelli a <strong>di</strong>sciogliersi<br />

nell'acqua; rientrò nella sua stanza e nascose in un angolo, sotto<br />

un mobile il bicchiere.<br />

– Dio mio! Dio mio!<br />

Ella aveva ora paura <strong>di</strong> trovarsi così, sola <strong>di</strong>nanzi al suo<br />

proponimento. Le tornò subitamente nella fantasia il cadavere <strong>di</strong><br />

Cristina Jorio intraveduto quel giorno mentre lo portavano su la<br />

barella alla casa della madre: un corpo gonfio come un otre, con<br />

la melma ne' capelli, nel cavo delli occhi, nella bocca, tra le <strong>di</strong>ta<br />

de' pie<strong>di</strong> violetti...<br />

– Dio mio. Dio mio, morire!<br />

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