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CONOSCERE L'AMBIENTE PER DIFENDERLO - Cesvot

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della vegetazione (ad esempio l'abbruciamento di cotichi pascolivi al fine della pastorizia) ma<br />

che poi prende campo, estendendosi ai terreni limitrofi e degenerando in evento calamitoso. Si<br />

va “oltre l'intenzione” quindi ma sempre all’interno del concetto dell'evento colposo.<br />

E' chiaro che l'incendio - a parte l'eguale ed indubbio disvalore morale che riveste - rileva in<br />

modo diverso dal punto di vista delle conseguenze giuridiche per chi lo causa, a seconda che<br />

sia riscontrabile l'ipotesi del dolo o della colpa.<br />

Ogni incendio, dovuto ad una delle classificazioni genetiche di cui sopra, si differenzia dagli<br />

altri per caratteristiche peculiari individuabili in esso: il tipo di bosco, l'ora, la stagione etc....<br />

Per fare un esempio, un incendio doloso, appiccato da un "professionista", si svilupperà in un<br />

periodo particolarmente siccitoso, in contemporanea con altri nella medesima zona, di notte o<br />

in una giornata ventosa, su di una area fortemente boscata e con un'orografia tormentata e partendo<br />

da più punti diversi fra loro distanti.<br />

La combustione<br />

La combustione può essere definita come un complesso di reazioni chimico fisiche irreversibili<br />

che liberano energia termica e luminosa; al di là della definizione, perché possa aversi combustione<br />

è necessaria la presenza contemporanea di tre elementi:<br />

- il combustibile che, nel nostro caso, è costituito dal legno e dai materiali cellulosici che pos<br />

sono trovarsi in un qualsiasi bosco;<br />

- il comburente che è l'ossigeno presente nell'aria e che serve a far ossidare le sostanze com<br />

bustibili;<br />

- l'energia di innesco costituente la quantità di energia (calore) necessaria ad iniziare la com<br />

bustione.<br />

Questi tre elementi possono - schematicamente - essere rappresentati da un triangolo avente gli<br />

stessi per ogni lato: in tal modo, interrompendo la continuità fra i lati si avrà il termine della<br />

combustione (visualizzata nell'area del triangolo medesimo). Ciò accade per sottrazione di<br />

almeno una delle tre conditiones sine qua non dell'incendio (vedasi la parte sulle modalità di<br />

repressione).<br />

La combustione può verificarsi sia in un ambiente ricco di comburente (l'ossigeno) e dar origine<br />

in tal caso alla fiamma viva, sia in situazione di scarsità di ossigeno e dar luogo alla cosiddetta<br />

pirolisi. Negli incendi forestali si verificano regolarmente entrambe le situazioni, in quanto<br />

nella parte esterna del combustibile la combustione inizia con abbondanza di ossigeno (presenza<br />

di fiamma), mentre all'interno il calore si propaga per conduzione in situazione opposta<br />

(assenza di fiamma viva).<br />

Possono influire sulla combustione anche altri elementi, quali la presenza o meno di un catalizzatore<br />

positivo (ad esempio alcuni particolari sali minerali), il tasso di umidità del combustibile,<br />

particolari resine presenti nella composizione del legno.<br />

Senza volere approfondire le differenze fra pirolisi e combustione viva, che peraltro sono notevoli<br />

sia per il tipo di reazioni che per la velocità con cui esse si verificano, basterà ricordare che<br />

la pirolisi è caratterizzata da svariate fasi, la prima delle quali ne consente la reversibilità, nel<br />

senso che sospendendo l'erogazione di calore la combustione si arresta.<br />

Il legno morto, bruciando in situazione di ipossia, trattiene all'interno il calore - reazione<br />

endotermica - per poi liberarlo successivamente - reazione esotermica - e ritenerlo di<br />

nuovo, terminando così il processo. Il legno vivo, già nella prima fase di reversibilità,<br />

muore per la presenza di condizioni incompatibili con la sua vita.<br />

La propagazione dell'incendio è, poi, più o meno rapida in funzione dei seguenti parametri:<br />

- tipo di vegetazione: aghifoglie o latifoglie; resinose o meno. Quando le fiamme attaccano<br />

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