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CONOSCERE L'AMBIENTE PER DIFENDERLO - Cesvot

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angoli acuti (aghifoglie) avremo una alta velocità propagativa, che aumenterà nel caso in cui la<br />

pianta sia una resinosa: tali essenze, come l’abete, il pino, il cipresso... bruciano molto più velocemente<br />

di altre magari ricche di acqua.<br />

Per comprendere al meglio la prima affermazione è sufficiente - empiricamente - cercare di dar<br />

fuoco ad un foglio di carta: se proviamo ad accenderlo nel mezzo della pagina, il foglio impiegherà<br />

qualche tempo per scaldarsi, annerirsi ed infine accendersi. Se, invece, avviciniamo l'accendino<br />

ad un angolo della pagina stessa, il tempo per iniziare la combustione sarà sicuramente<br />

più breve, in quanto la superficie sulla quale va ad agire l'energia di innesco è minore ed essa<br />

si surriscalda più rapidamente.<br />

- fattori esterni: di particolare interesse sono il vento, l'umidità, la pendenza del suolo interessato,<br />

la temperatura ambiente, le precipitazioni atmosferiche precedenti:<br />

Il vento sospinge rapidamente le fiamme (che ricevono maggiore quantità di ossigeno) e costituisce<br />

un fattore di incremento delle difficoltà di repressione in quanto può far cambiare repentinamente<br />

la direzione del fronte di fiamma, vanificando eventuali procedure di intervento<br />

messe in atto. In situazioni particolari, come la sommità di un crinale ove si ha il cosiddetto<br />

“effetto phon” o in un canalone con “l’efftto camino”, il vento può sospingere l’incendio in<br />

maniera impressionante.<br />

L’umidità è determinante in quanto il fogliame e il legno ben umidi (periodi piovosi, esposizione<br />

a nord, presenza di bacini idrici o fiumi etc...) difficilmente costituiscono facile esca. Al<br />

contrario, la vegetazione riarsa e disidratata dei periodi siccitosi ha una estrema infiammabilità:<br />

si pensi all’erba secca dei bordi delle strade. In tale ottica si inquadra l’effetto delle precipitazioni<br />

atmosferiche piovose dei giorni precedenti.<br />

La pendenza del terreno costituisce, poi, un fattore molto importante per chi si accinge ad attaccare<br />

un incendio forestale. Il fuoco corre, a parità delle altre variabili, molto di più in salita; ciò<br />

in quanto il calore prodotto dalle fiamme crea una corrente d’aria calda ascensionale che incontra<br />

la vegetazione soprastante, la surriscalda, e la incendia rapidamente.<br />

La temperatura è, anch’essa, un fattore determinante che va ad incidere sia sulla secchezza del<br />

combustibile che sulla energia di innesco, facilitando l’accensione di un fuoco.<br />

Modalità di intervento repressivo<br />

Le operazioni di estinzione dell'incendio forestale possono assumere configurazioni diverse a<br />

seconda del tipo di incendio, potendosi avere un attacco diretto o indiretto del fronte di fiamma<br />

ed un attacco da terra o dal cielo.<br />

1. attacco indiretto: si ha in tutti quei casi in cui, per l'intensità del fronte di fiamma, per la<br />

velocità di propagazione o per le particolari situazioni orografiche o meteorologiche, non è possibile<br />

aggredire l'incendio in modo diretto ma è consigliabile porre in essere delle operazioni<br />

repressive “a distanza”. Avremo, quindi, un attacco indiretto:<br />

dal cielo, ed uno da terra.<br />

L'attacco indiretto dal cielo si ha con l'aspersione con liquido ritardante lanciato da mezzi<br />

aerei (vedasi le righe seguenti) dell'area boscata antistante il fronte di fiamma, di quella zona<br />

cioè ove si prevede si diriga il fronte stesso.<br />

È opportuno, adesso, delineare brevemente, cosa sono i ritardanti ed in che modo agiscono:<br />

sono prodotti chimici che rallentano la combustione e si dividono in:<br />

a) ritardanti a breve termine, che favoriscono la funzione raffreddante e soffocante dell'acqua<br />

e possono essere:<br />

bagnanti: sono tensioattivi che diminuiscono la tensione superficiale dell'acqua aspersa, ottimizzandone<br />

la disposizione e la permanenza;<br />

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