31.10.2014 Views

CONOSCERE L'AMBIENTE PER DIFENDERLO - Cesvot

CONOSCERE L'AMBIENTE PER DIFENDERLO - Cesvot

CONOSCERE L'AMBIENTE PER DIFENDERLO - Cesvot

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

contesti ambientali, ma a promuovere una trasformazione dei comportamenti nei confronti dell’ambiente,<br />

e questo perché non vi è rapporto con l’ambiente che non presupponga un “conoscere”<br />

o comunque un mettere in moto le proprie conoscenze. I comportamenti sono relazioni<br />

che vengono stabilite con l’ambiente e tali comportamenti implicano dei modelli mentali che<br />

riguardano i “modi di guardare il mondo”. Tali modelli mentali sono però così radicati che<br />

diventa prioritario promuovere nei soggetti una consapevolezza e una capacità critica, al fine di<br />

sviluppare una sempre maggiore autonomia del soggetto di fronte all’ambiente, ma soprattutto<br />

di fronte al modo di costruire la conoscenza.<br />

Un modello di educazione ambientale così concepito non può non avere corrispondenze sul<br />

piano educativo e didattico. Si tratta quindi di predisporre un contesto educativo che si imperni<br />

sì sulla realtà che ci circonda, ma anche sul fatto che la conoscenza che si ha è sempre una<br />

conoscenza mediata dalla nostra struttura biologica, dai paradigmi, dagli epistemi e dalla nostra<br />

unicità di individui: in altre parole un contesto educativo che stimoli a pensare per relazioni e a<br />

tenere sempre in mente l’aspetto temporale e fenomenologico della nostra conoscenza. La questione<br />

non è però quella di imporre ai ragazzi nuovi schematismi che risultino più adeguati ai<br />

nostri occhi, quanto quella di creare una situazione didattica che stimoli a una riflessione autonoma<br />

sui dati di esperienza vissuti in prima persona e a costruire rappresentazioni della realtà<br />

sempre più complesse.<br />

In questo contesto si inseriscono le attività di tipo percettivo-sensoriale che hanno lo scopo<br />

innanzitutto di riportare l’attenzione su modalità di contatto con l’ambiente che sperimentiamo<br />

continuamente senza esserne consapevoli pienamente e senza riflettere realmente sulle informazioni<br />

che riceviamo e rielaboriamo. Un ritorno al “soggetto” che apprende e si muove nell’ambiente<br />

autonomamente cercando di reinterpretare attraverso i suoi canali percettivi i molteplici<br />

stimoli che riceve, consapevole altresì della non neutralità del suolo ruolo di osservatore.<br />

L’osservatore infatti è parte integrante del fenomeno che osserva e ne modifica gli effetti sia<br />

per la sua semplice presenza sia nel momento in cui necessariamente ne dà una interpretazione.<br />

Gli studenti vengono invitati ad eseguire i seguenti esercizi :<br />

Attività proposte<br />

1. Bendati nel prato. Il gruppo, diviso in due turni, è posto al centro di un ampio prato e osserva<br />

alcuni “target” posti ad una certa distanza. Il gruppo viene bendato e lievemente disorientato<br />

dopo di che viene dichiarato l’obiettivo da raggiungere. I partecipanti, bendati, utilizzando<br />

tutte le strategie a loro disposizione devono cercare di raggiungere li luogo indicato vegliati dal<br />

secondo gruppo che impedisce l’uscita inavvertita dal prato o situazioni di pericolo. Per i partecipanti<br />

in difficoltà dopo un po’ di tempo tutti coloro che sono arrivati a destinazione emetteranno<br />

dei suoni per favorire l’orientamento dei ritardatari. Si discuterà poi delle strategie utilizzate<br />

(mappa mentale, sole e calore sulla faccia, pendenza del terreno e altre indicazioni dal<br />

suolo…) e sulle sensazioni provate.<br />

2. Il sentiero artificiale. Una serie di oggetti evidentemente artificiali sono disseminati (non<br />

nascosti!) lungo un sentiero in un bosco. I partecipanti, singolarmente, percorrono il sentiero e<br />

cercano di individuare il maggior numero di oggetti. Una volta terminato un primo giro vengono<br />

date informazioni aggiuntive quali il numero di oggetti e se sono posti anche in alto e non<br />

solo al suolo. In senso inverso quindi l’esplorazione viene ripetuta ed al termine si discute sull’accaduto.<br />

Qual è il ruolo della vista nel “catalogare” le informazioni che riceviamo ed è così<br />

affidabile nel conoscere “tutta” la realtà? Maggiori informazioni consentono una visione più<br />

141

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!