31.10.2014 Views

CONOSCERE L'AMBIENTE PER DIFENDERLO - Cesvot

CONOSCERE L'AMBIENTE PER DIFENDERLO - Cesvot

CONOSCERE L'AMBIENTE PER DIFENDERLO - Cesvot

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

scimentale – hanno anche i paesaggi delle corti della Padania, dei casoni veneti, delle tenute<br />

della Campagna Romana, delle masserie del Mezzogiorno, degli agrumeti della Calabria e della<br />

Sicilia, delle malghe e casere alpine, dei pascoli dotati di capanne e di stazzi del Gran Sasso,<br />

della Maiella e del Gennargentu, e infine quelli più che bimillenari delle cave marittime delle<br />

Alpi Apuane” (Piccardi, 1986, pp. 114-115). E’ certo, comunque, che occorre attendere i secoli<br />

XVII-XVIII, perché “le aree extraurbane delle grandi città si arricchiscano [maggiormente]<br />

di strutture laiche (ville, giardini, parchi) o religiose (in particolare i già ricordati grandi santuari)<br />

e infrastrutture (percorsi attrezzati), venendo a costituire veri e propri sistemi, con componenti<br />

anche ‘turistiche’: i Castelli romani, la Collina torinese, i Navigli, la Brianza, i laghi<br />

lombardi, la valle del Brenta, la Riviera ligure, il golfo di Napoli, Bagheria”, le ville medicee e<br />

lucchesi, ecc. (Fanelli, 1979, p. 88).<br />

La ‘rivoluzione stradale’ dei secoli XVIII-XIX – che produsse la realizzazione, da parte dei vari<br />

stati preunitari, di innumerevoli vie rotabili interne e di attraversamento di Alpi e Appennini –<br />

si tradusse pure nell’inserimento nel paesaggio di tanti “elementi caratteristici, oltre ai cippi<br />

militari, agli indicatori, alle opere d’arte (ponti e gallerie), alle stazioni di posta per le diligenze<br />

e alle dogane fra i vari stati (che in genere sono passate in toponimo: Dogana Nuova o<br />

Vecchia, Doganaccia, La Gabellina, ecc.), quali i monumenti eretti a ricordo dell’immane sforzo<br />

finanziario e tecnologico occorso per la loro realizzazione. Ai capi di strada, sui valichi, nei<br />

punti più difficili da attraversare, quasi sempre si trova una lapide, un arco onorario, una piramide,<br />

un obelisco”, ciascuno dei quali – come l’inconfondibile piramide sormontata dalla sfera<br />

di fattura lorenese – risponde ad un modello culturale e ad un significato simbolico locale preciso<br />

e differenziato dagli altri (Di Benedetto, 1979, p. 149).<br />

Corre obbligo di ribadire la mai scontata considerazione che qualsiasi paesaggio italiano e qualsiasi<br />

insediamento umano o impianto produttivo del passato – a prescindere da ogni giudizio di<br />

ordine estetico, artistico, architettonico, scientifico-culturale – sono da ritenere ‘valori della storicità’,<br />

in quanto alimentati dalle forme più o meno antiche della cultura soprattutto locale, e<br />

specialmente dai richiami o allo spirito (o, meglio, all’ideale estetico) e al sacro, da intendere<br />

come valori etici generali e per così dire ‘universali’, oppure all’ideologia e al potere politico<br />

che, non di rado, s’intrecciano con il fattore economico, e che invece sono sempre da riferire a<br />

singoli ceti sociali (Bellezza, 1999; Mautone, 2001).<br />

Per tale ragione, lo studio del paesaggio (come unità ambientale, fatta di coltivazioni e boschi<br />

‘giardinizzati’ o d’impianto artificiale, oppure di una sua singola componente, quale l’insediamento<br />

umano), non si può esaurire nella messa a fuoco delle scelte orientate, e non di rado rigidamente<br />

determinate, dalle caratteristiche fisico-naturali (climatiche, morfologiche e idrologiche,<br />

geolitologiche, vegetazionali) degli ambienti interessati, ad esempio in rapporto alla disponibilità<br />

locale dei materiali da costruzione (pietra, argilla, legno), alle difese contro gli estremi<br />

climatici e all’esigenza dell’approvvigionamento idrico (con accorgimenti funzionali soprattutto<br />

al rapporto con le precipitazioni e l’irraggiamento solare, al drenaggio e alla raccolta delle<br />

acque), alla migliore scelta localizzativa delle sedi, delle attività e strutture produttive e delle<br />

vie di comunicazione, in relazione alle forme e alle dinamiche del suolo e delle acque superficiali.<br />

Ma lo studio paesistico, lungi dall’esaurirsi “nell’analisi descrittiva delle forme, deve anche tentare<br />

di definire il significato complessivo […] e scoprirne i contenuti culturali dominanti”<br />

(Piccardi, 1986, pp. 45 e 82), il ruolo e le funzioni affidate al sistema o all’oggetto spaziale da<br />

una determinata società e cultura.<br />

Si pensi, in proposito, agli innumerevoli esempi addotti, con vantaggio, proprio da Silvio<br />

Piccardi, a partire dalla città contemporanea, con la sua chiara “composizione sociale” che<br />

comincia ad intravedersi nei tempi rinascimentali e moderni, ma che doveva affermarsi com-<br />

49

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!