CONOSCERE L'AMBIENTE PER DIFENDERLO - Cesvot

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contesti ambientali, ma a promuovere una trasformazione dei comportamenti nei confronti dell’ambiente, e questo perché non vi è rapporto con l’ambiente che non presupponga un “conoscere” o comunque un mettere in moto le proprie conoscenze. I comportamenti sono relazioni che vengono stabilite con l’ambiente e tali comportamenti implicano dei modelli mentali che riguardano i “modi di guardare il mondo”. Tali modelli mentali sono però così radicati che diventa prioritario promuovere nei soggetti una consapevolezza e una capacità critica, al fine di sviluppare una sempre maggiore autonomia del soggetto di fronte all’ambiente, ma soprattutto di fronte al modo di costruire la conoscenza. Un modello di educazione ambientale così concepito non può non avere corrispondenze sul piano educativo e didattico. Si tratta quindi di predisporre un contesto educativo che si imperni sì sulla realtà che ci circonda, ma anche sul fatto che la conoscenza che si ha è sempre una conoscenza mediata dalla nostra struttura biologica, dai paradigmi, dagli epistemi e dalla nostra unicità di individui: in altre parole un contesto educativo che stimoli a pensare per relazioni e a tenere sempre in mente l’aspetto temporale e fenomenologico della nostra conoscenza. La questione non è però quella di imporre ai ragazzi nuovi schematismi che risultino più adeguati ai nostri occhi, quanto quella di creare una situazione didattica che stimoli a una riflessione autonoma sui dati di esperienza vissuti in prima persona e a costruire rappresentazioni della realtà sempre più complesse. In questo contesto si inseriscono le attività di tipo percettivo-sensoriale che hanno lo scopo innanzitutto di riportare l’attenzione su modalità di contatto con l’ambiente che sperimentiamo continuamente senza esserne consapevoli pienamente e senza riflettere realmente sulle informazioni che riceviamo e rielaboriamo. Un ritorno al “soggetto” che apprende e si muove nell’ambiente autonomamente cercando di reinterpretare attraverso i suoi canali percettivi i molteplici stimoli che riceve, consapevole altresì della non neutralità del suolo ruolo di osservatore. L’osservatore infatti è parte integrante del fenomeno che osserva e ne modifica gli effetti sia per la sua semplice presenza sia nel momento in cui necessariamente ne dà una interpretazione. Gli studenti vengono invitati ad eseguire i seguenti esercizi : Attività proposte 1. Bendati nel prato. Il gruppo, diviso in due turni, è posto al centro di un ampio prato e osserva alcuni “target” posti ad una certa distanza. Il gruppo viene bendato e lievemente disorientato dopo di che viene dichiarato l’obiettivo da raggiungere. I partecipanti, bendati, utilizzando tutte le strategie a loro disposizione devono cercare di raggiungere li luogo indicato vegliati dal secondo gruppo che impedisce l’uscita inavvertita dal prato o situazioni di pericolo. Per i partecipanti in difficoltà dopo un po’ di tempo tutti coloro che sono arrivati a destinazione emetteranno dei suoni per favorire l’orientamento dei ritardatari. Si discuterà poi delle strategie utilizzate (mappa mentale, sole e calore sulla faccia, pendenza del terreno e altre indicazioni dal suolo…) e sulle sensazioni provate. 2. Il sentiero artificiale. Una serie di oggetti evidentemente artificiali sono disseminati (non nascosti!) lungo un sentiero in un bosco. I partecipanti, singolarmente, percorrono il sentiero e cercano di individuare il maggior numero di oggetti. Una volta terminato un primo giro vengono date informazioni aggiuntive quali il numero di oggetti e se sono posti anche in alto e non solo al suolo. In senso inverso quindi l’esplorazione viene ripetuta ed al termine si discute sull’accaduto. Qual è il ruolo della vista nel “catalogare” le informazioni che riceviamo ed è così affidabile nel conoscere “tutta” la realtà? Maggiori informazioni consentono una visione più 141
completa ed attenta e quindi ciò che conosciamo influenza ciò che vediamo? E’ così scontato distinguere oggetti naturali da oggetti artificiali? Qual è il ruolo dell’attenzione? 3. Kim percettivi. Una serie di attività che mettono al centro dell’attenzione di volta in volta un solo canale sensoriale (tatto, vista, udito, olfatto) nel riconoscimento e nella re-interpretazione di percezioni per riflettere sui modi in cui entriamo in contatto con l’ambiente e la messe di informazioni che da esso riceviamo. Descrizione dell’esercitazione Incontro n. 2 VISITA ALL’ OASI WWF - STAGNI DI FOCOGNANO Viene distribuita agli studenti una cartina topografica con la descrizione dell’oasi. All’arrivo veniamo accolti dalla prof.ssa Clara Lucchini, che ci invita a visionare i bacini lacustri, descrivendoci la fauna stagionale. Nei capanni vengono fatti gli appostamenti con i cannocchiali messi a disposizione e la prof.ssa Lucchini ci descrive e ci indica il nome di ogni specie. Dopo la pausa pranzo continuiamo a visitare la piccola oasi e i partecipanti danno un aiuto ai lavori di manutenzione. Qui di seguito la descrizione dell’oasi di Focognano. 1. Ambiente A due passi da Firenze (Bus ATAF n.30 dalla Stazione FS S.M. Novella) acquisisce un indiscusso valore per la didattica e per l'opportunità di svolgere volontariato in natura. Tipico paesaggio storico della Piana Fiorentina. Estensione 65 ettari. Complesso di 5 bacini lacustri, costituisce un tassello essenziale nell'interno del territorio toscano, lungo le "vie d'acqua" seguite dagli uccelli migratori. 2. Flora e Fauna La presenza di micro-ambienti ricostruiti su aree agricole marginali favorisce la conservazione della flora e della fauna minore: Flora Canna di palude, giunchi, Tifa, Carici, il piccolo Ranuncolo d'acqua e il Giglio di palude Fauna Punto obbligato di sosta e di transito durante le migrazioni e lo svernamento, ospita numerose specie di Anatre: Germano reale, Fischione, Codone, Alzavola, Mestolone. Numerosi i limicoli: Pittima reale, Pantana, Albastrello, Pettegola e gli ardeidi Airone bianco maggiore, Nitticora, Garzetta, Airone cenerino che possono essere avvistati nei laghi nel corso dell'anno. Molte le specie che vi nidificano: Cavaliere d'Italia, Svasso maggiore, Tuffetto, Tarabusino, Cannaiola, Cannareccione e Martin pescatore. Anfibi. Nelle pozze e nei micro-rifugi sono presenti: Tritone crestato, Tritone punteggiato, 142
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