SUONO n° 481
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Il cinema è impregnato e intriso<br />
di sapori, di gusti, di odori<br />
speziati e di piatti succulenti. La<br />
necessità di nutrirsi é da sempre<br />
plasmata su celluloide come<br />
parte integrante della vita stessa,<br />
capace di rinnovarsi e continuare<br />
a raccontarsi come forma d’arte,<br />
come specchio della società, come<br />
arma di seduzione, come simbolo<br />
introspettivo, come gioco infantile<br />
come ciò che da sempre ci unisce<br />
e allo stesso tempo distingue.<br />
Film & Food<br />
La prima volta che vidi allo sbarramento esasperato. È<br />
Nove settimane e mezzo <br />
avevo all'incirca tredici <br />
anni; era un venerdì sera di quelli alla mia tenera età; quel modo<br />
in cui i tuoi se ne vanno distrattamente<br />
a letto e ti lasciano davanti gustare ogni tipo di sapore... uova<br />
di giocare, sedurre, provocare e<br />
alla televisione accesa pensando sode, ciliege, amarene sciroppate,<br />
che prima o poi ti stancherai di fragole, fusilli, champagne, sciroppi,<br />
peperoncini, panna...era<br />
quella posizione arrugata sul<br />
divano freddo e vuoto; era una troppo per me!<br />
di quelle sere che apri gli occhi Con il tempo ho capito che il cinema<br />
è impregnato e intriso di<br />
e ti svegli perché qualcosa che<br />
assolutamente non ti puoi perdere<br />
ha pizzicato l'inconscio e in di piatti succulenti. Forse è la ne-<br />
sapori, di gusti, di odori speziati e<br />
due secondi le palpebre passano cessità che abbiamo di completare<br />
l'esperienza visiva e sonora dal classico movimento R.E.M.<br />
con<br />
gli altri sensi che rende la visione<br />
del cibo appagante e tranquillizzante<br />
soprattutto quando viene<br />
preparato con accuratezza, con<br />
eleganza, facendoci percepire i<br />
dettagli più intimi di una salsa o<br />
di un cioccolato appena preparato.<br />
Si rimane a bocca aperta!<br />
cato<br />
dell'atto del mangiare come<br />
<br />
giovanissimo Charlie Chaplin si<br />
sedeva soddisfatto davanti a un<br />
bel piatto di scarponi da lavoro<br />
che avrebbe mangiato poco a<br />
poco, dai lacci alle suole, in The<br />
Golden Rush (La febbre dell'oro)<br />
come simbolo e intensa rappresentazione<br />
del personaggio. Quasi<br />
cinquant'anni più tardi, nel pieno<br />
degli anni settanta un grande regista<br />
italiano, Marco Ferreri, gira<br />
La grande abbuffata, dove il cibo<br />
è il vero protagonista e i personaggi<br />
gli girano intorno, a volte<br />
cadendoci dentro o affogandoci;<br />
il cibo non è più fonte di vita,<br />
ma causa di morte; anche qui è<br />
icona sociale di un mondo così<br />
<br />
di se stesso. Stilisticamente agli<br />
antipodi, però sulla stessa linea<br />
iperrealistica e critica, troviamo<br />
Buñuel che con Il fascino discreto<br />
della borghesia fa ruotare tutto<br />
attorno ad una cena che non avrà<br />
mai luogo.<br />
Mangiare è stato, è e sarà sempre<br />
una grande fonte d'ispirazione.<br />
Il cibo è uno dei temi e<br />
114 <strong>SUONO</strong> novembre 2013