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SUONO n° 481

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LIBRI<br />

Bacciocchi & Galletti ROCK ‘N’ GOAL<br />

Volo libero 192 pp – 15 euro<br />

L’Italia non è un paese di santi,<br />

poeti e navigatori, bensì di scrittori,<br />

cantanti e ballerini. I due<br />

terzi della produzione letteraria<br />

è irrilevante, di cantanti e ballerini<br />

è bene non parlare. Ma questo<br />

Rock ‘n’ goal è un libriccino<br />

da avere. Partendo dall’assunto<br />

apparentemente illogico che<br />

musica e calcio vanno a braccetto,<br />

il libro dimostra la tesi con agilità, snocciola tonnellate<br />

di curiosità, elenca notizie e informazioni che mai<br />

ci saremmo sognati di trovare così spiritosamente e<br />

intelligentemente assemblate. Perché Antonio Bacciocchi<br />

e Alberto Galletti hanno messo insieme uno scritto<br />

davvero ben impostato e piacevole. Fonte di notizie<br />

musicali essenziali folte e talvolta sorprendenti tutte<br />

con logiche connessioni con il mondo del calcio: dal<br />

calciatore che si mette a cantare al cantante che si compra<br />

una squadra al cantautore che inserisce messaggi<br />

subliminali o meno alla squadra del cuore, a excursus<br />

storici sulle tifoserie italiane e inglesi. Un libro che mette<br />

d’accordo gli appassionati dei due mondi, musicale<br />

e sportivo, e che può rappresentare uno spunto utilissimo<br />

a quella mandria di conduttori radiofonici che non<br />

hanno mai nulla da dire o argomenti di cui parlare. Ecco:<br />

qua ne troveranno a bizzeffe.<br />

Giancarlo Trombetti<br />

AA.VV POSTERS: UMBRIA JAZZ NEI MANIFESTI<br />

DEI SUOI FESTIVAL<br />

Archi’s Editore 168 pp - 25 euro<br />

Magari non conserverà l’esclusività<br />

degli anni passati,<br />

ma se c’è un merito<br />

incontrovertibile<br />

che deve essere riconosciuto<br />

ad Umbria<br />

Jazz è quello di avere traghettato il genere afroamericano<br />

in Italia verso una popolarità ed un successo<br />

prima neanche mai sfiorato. Merito di una passione e di<br />

una cornice naturale di ineguagliabile bellezza, doti che<br />

hanno fatto di questo festival un esempio dell’eccellenza<br />

italiana. Questo agile ma sostanzioso volumetto, mette<br />

insieme i manifesti di tutte le edizioni estive e di quelle<br />

invernali, ripercorrendo schematicamente la storia della<br />

manifestazione attraverso una galleria cronologica di<br />

espressioni artistiche e scatti che l’hanno contraddistinta<br />

con tutte le più grandi icone del jazz mondiale: Da Art<br />

Blakey ad Ornette Coleman, Miles Davis, Stan Getz e<br />

Sonny Rollins fino a Chick Corea, Herbie Hancock e<br />

Keith Jarrett (insieme a molti altri), fra gli ultimi, grandi<br />

sopravvissuti di una musica sempre avvincente, che<br />

giusto qualche settimana fa ha oltrepassato con virtù e<br />

qualche deprecabile capriccio, un traguardo importante,<br />

per un happening che come pochi altri si è identificato<br />

con il suo comprensorio innalzandone il valore di entrambi.<br />

A metà degli anni ’70, quando tutto aveva un<br />

sapore diverso e i freak provenienti da ogni parte d’Italia<br />

dormivano in sacco a pelo sul corso principale di Perugia,<br />

un gruppo di appassionati si allineò alle esigenze di una<br />

regione che voleva far conoscere il suo splendido territorio,<br />

oggi il suo caratteristico marchio su caratteri oro<br />

impresso su un fondo nero, ha fatto il giro del mondo. Il<br />

patron Carlo Pagnotta ed i giornalisti Paolo Occhiuto e<br />

Marco Molendini pongono spunti e descrizioni, il ricordo<br />

personale di ogni appassionato farà il resto.<br />

Vittorio Pio<br />

Yasuhiro Fujioka THE COLTRANE CHRONICLE<br />

Du Books/Disk Union 176 pp. - 3800 yen<br />

Con un rigore che solo i giapponesi<br />

possono avere (e capire)<br />

ecco una galleria palpitante<br />

sulla vita di John Coltrane attraverso<br />

una galleria di foto, molte<br />

delle quali davvero rare ed inedite,<br />

che ne documentano la<br />

fulminante parabola artistica.<br />

L’autore è uno dei massimi<br />

esperti mondiali (da non perdere<br />

anche il suo precedente Reference, dove addirittura<br />

si ipotizza una progressione alquanto verosimile in<br />

forma di diario giornaliero della vita del sassofonista),<br />

che laggiù ad Osaka ha addirittura fondato una casa<br />

permanente della memoria realizzatasi anche grazie<br />

agli appoggi di star del calibro di Carlos Santana, che<br />

ha sempre citato Coltrane fra le sue principali ed assolute<br />

ispirazioni. Qui le immagini partono dalle scuole<br />

inferiori, con lo scolaretto forse ancora ignaro del suo<br />

avvenire ma con una profondità di sguardo che si fa<br />

largo fra quelle dei suoi ben più spensierati compagni,<br />

fino alle leggendarie sessions in studio con il suo quartetto<br />

storico, senza dimenticare scampoli di vita quotidiana<br />

e vibranti esecuzioni dal vivo. Fra le oltre duecento<br />

immagini divise per anno ed avvenimenti, c’è un<br />

corollario di biglietti, copertine di album e riviste, riproduzioni<br />

di partiture originali ed altro, scegliamo quella<br />

che nel dicembre 1962 vede seduti allo stesso tavolo il<br />

nostro Giovanni Tommaso (contrabbassista anche in<br />

piena e fertile attività) e lo stesso Coltrane prima del<br />

suo concerto da leggenda in un gremitissimo Teatro<br />

dell’Arte a Milano. Le didascalie sono tutte in giapponese,<br />

ma on-line si può facilmente recuperare una più<br />

malleabile versione in inglese.<br />

Vittorio Pio<br />

WAYNE SHORTER<br />

visto<br />

da vicino<br />

In attesa del nuovo messia,<br />

di colui che sappia deviare<br />

<br />

del jazz continua ad ammirare i<br />

monumenti di quelli che hanno<br />

fatto la storia, breve ma intensa,<br />

di questa musica. Alcuni personaggi<br />

però non hanno granché<br />

voglia di fermarsi per essere<br />

osservati e lasciano intendere<br />

<br />

le gesta nei libri. Continuano,<br />

con entusiasmo, forza e voglia,<br />

a scrivere pagine importanti del<br />

loro cammino. Wayne Shorter è<br />

tra questi. Ottanta anni di una<br />

vita che non è mai stata semplicissima,<br />

e di una carriera che<br />

è sempre stata piacevolmente<br />

intrigante. Cifra tonda festeggiata<br />

con un tour e sottolineata<br />

da alcuni riconoscimenti di prestigio,<br />

come tributato dal Critics<br />

Poll di Downbeat. Lo sanno bene<br />

gli spettatori che, lo scorso 21 luglio,<br />

si sono dati appuntamento<br />

alla Cavea dell’Auditorium Parco<br />

della Musica di Roma. Un evento<br />

fortemente messo a rischio<br />

dalle condizioni meteo: nel<br />

pomeriggio una tromba d’aria<br />

aveva scompigliato la zona nord<br />

116 <strong>SUONO</strong> novembre 2013

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