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SUONO n° 481

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NESSUNA “STRANEZZA”<br />

La costruzione non fa nulla per<br />

camuffare la natura professionale<br />

dell’azienda, anzi, sembra proprio<br />

la migliore interpretazione di certe<br />

soluzioni innanzitutto funzionali, poi<br />

gradevoli alla vista e al tatto, concesse<br />

al potenziale utilizzatore finale.<br />

Lo chassis e l’implementazione<br />

ricordano molto il segmento della<br />

produzione Pro di Lake People,<br />

ma in Violectric si apprezza anche<br />

la notevole qualità della finitura e<br />

l’utilizzo di tecniche costruttive più<br />

“ricercate”: si passa da una realizzazione<br />

in SMD per il professionale ad<br />

una più tradizionale con resistori a<br />

strato metallico al’1% e componenti<br />

installati sul PCB in modo assolutamente<br />

tradizionale. Il mobile utilizza<br />

due gusci speculari che si intascano<br />

uno dentro l’altro e sono tenuti insieme<br />

dal pannello anteriore e quello<br />

posteriore con quattro bulloni ciascuno.<br />

Tutta l’elettronica si trova su<br />

un grande PCB che si inserisce a slitta<br />

in una feritoia del guscio inferiore. Il<br />

potenziometro del volume, un ALPS,<br />

è fissato al pannello anteriore e si<br />

collega al circuito tramite una flat<br />

cable e due connettori a pettine.<br />

L’alimentazione utilizza un trasformatore<br />

toroidale incapsulato fatto<br />

apposta per essere saldato direttamente<br />

sul circuito stampato, con<br />

uscita duale e una batteria di sedici<br />

condensatori da 1000μF ciascuno da<br />

35 V: la tensione all’uscita del ponte<br />

sfiora i 60 V! Lo stadio di ingresso e il<br />

pilota utilizzano amplificatori operazionali<br />

Texas NE5532 e NE5534,<br />

mentre lo stadio di potenza utilizza<br />

due stadi formati con parallelo<br />

di transistor 2SC4793 e 2SA1837.<br />

Sennheiser HD 800 ci trasporta<br />

in un mondo musicale totalmente<br />

diverso, con una performance<br />

sulla fascia alta delle frequenze<br />

più cristallina ma che tende a<br />

perdere in termini di correttezza<br />

timbrica rispetto ad altri abbinamenti<br />

(segnatamente con il Pathos<br />

in prova sempre in questo<br />

numero), mentre nella porzione<br />

delle medie e basse frequenze il<br />

suono acquista maggior velocità<br />

e precisione rispetto all’Audeze.<br />

l basso appare caldo e rotondo<br />

mentre in alto la propensione<br />

all’ariosità e all’apertura della<br />

tere<br />

più scuro e dell’ampli. Si ha<br />

insomma l’impressione di non<br />

sfruttare a pieno le potenzialità<br />

<br />

utilizzate con il Pathos mettono<br />

però in luce una tendenza del<br />

Violectric ad esaltare, arrotondandola<br />

la porzione delle medio<br />

basse... Da segnalare che con al-<br />

<br />

l’abbinamento sembra tirar fuori<br />

il massimo delle potenzialità: pur<br />

nella forte similitudine generale<br />

<br />

Sennheiser HD 650 la chiusura<br />

sulle alte è maggiore che negli<br />

altri abbinamenti, provocando<br />

una leggera sensazione di claustrofobia.<br />

Con la P7, le prestazioni<br />

non sono esaltanti e mettono<br />

in discussione, almeno in parte,<br />

la “perfetta interfacciabilità” del<br />

Violectric. Se comunque si fa una<br />

cientemente<br />

equilibrato in quasi<br />

ogni aspetto delle sue prestazioni<br />

soniche tendendo a risultare<br />

allo stesso tempo dinamico e rilassato.<br />

Il tutto avviene chiaramente<br />

e senza sforzi, e forse proprio<br />

per questo, non svettando in<br />

maniera palese in una o l’altra<br />

delle performance, rischia di non<br />

incontrare il gusto del consumatore<br />

frettoloso e poco attento: il<br />

consiglio è di dedicare una lunga<br />

sessione di ascolto prima di stabilire<br />

se o meno incontra i vostri<br />

gusti.<br />

<strong>SUONO</strong> novembre 2013 79

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