SUONO n° 481

I COLORI DEL SUONO TIPI RADIOFONICI
di Guido Bellachioma
Il nuovo ordine resiste…
I membri storici dei New Order sono artisti ampiamente sopra i 50 anni, sopravvissuti
alle battaglie del punk degli anni ‘70, alle scaramucce della new wave anni ‘80, alla dance elettronica
degli anni ‘90 e ancora attivi oggi. Il loro pubblico pesca molto nelle generazioni ormai vintage
ma il loro nome, anche come eredi della storia Joy Division, incute rispetto e amore anche
in molti giovani ascoltatori.
I
New Order, nonostante la popolarità diffusa, non hanno mai
avuto un look immediatamente riconoscibile, però il loro nome
verso
pop-rock odierno. Il merito è ascrivibile non solo al cammino
fatto come Joy Division ma anche ai numerosi successi lanciati
successivamente al suicidio di Ian Curtis, 18 maggio 1980. Il loro
sound, che tende a miscelare pop-dance-elettronica-echi new wave
post ‘77, continua ad attrarre un folto esercito di cultori di suoni
tecnologici anche se ormai vintage. Nel 2013, ancora vivi e vegeti,
hanno pubblicato il loro nono album in studio, Lost Sirens, e suonato
molto in giro - anche all’acclamato Lollapalooza festival. Quella che
segue è una tranquilla chiacchierata con Stephen Morris, batterista
della formazione inglese.
Se non fossero esistiti i Joy Division non sarebbero mai nati i New Order,
almeno come sono strutturati ancora oggi. Dopo quello che successe a
Ian il gruppo decise di andare avanti senza più usare la denominazione
Joy Division e di cambiare lo stile musicale. Con l’inserimento di Gillian
alle tastiere, che non aveva in precedenza mai suonato con noi, terminò
una ricerca, tormentata e sofferta; pure i testi si allontanarono da
quanto fatto in passato. Sostituire un personaggio intenso quanto Ian
era davvero impossibile, meglio cambiare rotta decisamente.
54 SUONO novembre 2013