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SUONO n° 481

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IN VOLO NEI CIELI ITALIANI DELLA MUSICA<br />

di Pietro Acquafredda<br />

Lettere, elicotteri e,<br />

prossimamente, anche aerei<br />

Lettere, sia firmate che anonime, inviate a Santa Cecilia, alla Scala e al San Carlo; quattro elicotteri<br />

per il più costoso quartetto musicale; e si annunciano anche due aerei superleggeri nella sala Santa<br />

Cecilia dell’Auditorium per la rassegna “Contemporanea” di Musica per Roma.<br />

Accorrete tutti, lo spettacolo sta per iniziare.<br />

Da giugno ad ottobre, nei cieli musicali italiani si sono alzati<br />

<br />

invece sì, e recanti chiari i nomi dei mittenti. Soprattutto<br />

lettere, tante lettere, non lettere tenere o semplici cartoline di saluti,<br />

ma lettere simili a missili pronti a colpire; la gran parte lanciati da<br />

mittenti illustri a destinatari, sempre illustri, e in posizioni di grande<br />

responsabilità nelle nostre istituzioni musicali. La più bersagliata<br />

da tali lettere esplosive la storica antica Accademia di Santa Cecilia<br />

di Roma, e più precisamente il suo presidente, Bruno Cagli, che è<br />

anche sovrintendente dell’omonima fondazione, che ha orchestra<br />

e coro stabili, e nella quale egli ricopre anche il ruolo di direttore<br />

artistico della stagione di concerti sinfonici e cameristici; ed è anche<br />

responsabile dell’attività di alta formazione che l’Accademia svolge<br />

da tempo immemorabile. Da giugno a ottobre agli Accademici di<br />

Santa Cecilia, un consesso ristrettissimo ed esclusivo che riunisce<br />

autentiche glorie della musica (anche se con qualche eccezione), sono<br />

giunte ben cinque lettere, piene zeppe di accuse per Bruno Cagli, al<br />

<br />

e di altri pochi, tutti fedelissimi del presidente, in rapporto ai quali si<br />

ipotizza addirittura il voto di scambio. Cosa avrebbe fatto Cagli per<br />

meritarsi simili non lievi accuse Riconfermato per l’ennesima volta<br />

alla presidenza, deciso a restare attaccato alla poltrona che occupa<br />

ininterrottamente da oltre dieci anni, e prima ancor per altri nove,<br />

Cagli avrebbe fatto promesse elettorali che, poi, una volta eletto,<br />

non ha mantenuto con alcuni dei suoi elettori, mentre ad altri ha<br />

dato ricompense, allo scopo di crearsi una corte di fedelissimi, in<br />

36 <strong>SUONO</strong> novembre 2013

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