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SUONO n° 481

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lavoro quando qualcuno gliene ha parlato o hanno letto qualcosa a<br />

riguardo sia utile ma di sicuro si può fare già la stessa cosa altrimenti.<br />

Personalmente cerco quello che mi interessa utilizzando altri servizi:<br />

vado direttamente sul sito dell’artista o utilizzo Bandcamp, e Amazon;<br />

poi, se quello che ho ascoltato mi piace, spesso vado a comprarlo. Zoë<br />

sembra anche presumere che ci saranno poi altre fonti di guadagno<br />

<br />

il loro mandato, non sarà così. Mi sfugge anche come Spotify possa<br />

essere uno strumento per scoprire nuovi artisti: il momento in cui scopri<br />

un artista, in molti casi, è quando qualcuno te ne parla o leggi qualcosa<br />

su di lui, non quando lo stai già ascoltando in streaming perché l’hai<br />

letto sui giornali (per la verità Spotify ha una pagina per “scoprire”<br />

nuovi artisti che, come l’algoritmo di Pandora, ti suggerisce quelli che<br />

<br />

tuoi “amici”, sebbene sarei curioso di sapere quante persone scoprono<br />

della nuova musica in questo modo e sarei ancora più curioso di sapere<br />

se le persone che “scoprono” la musica tramite questi servizi poi vanno<br />

a comprarla. Patrick Carney dei Black Keys ha detto nel 2011: “Per<br />

i gruppi musicali sconosciuti o<br />

minori, lo streaming è realmente<br />

una buona cosa, ma per i gruppi<br />

che campano della vendita della<br />

loro musica, le royalties dello<br />

streaming sono ancora lontane<br />

dall’essere appetibili”.<br />

Come avviene allora la transizione<br />

da “Farei qualsiasi cosa per farmi notare” a “Mi dispiace, ma se<br />

vuoi la mia musica la devi pagare” Il discorso implicito nelle parole<br />

di Carney è importante: il punto centrale è il sostentamento; come<br />

può un artista sopravvivere nel lungo periodo dopo l’iniziale ondata<br />

di interesse Alcuni sostengono che gli scroccatori non pagherebbero<br />

la musica comunque, quindi non c’è una reale perdita; altri dicono che<br />

<br />

altri modi: comprando i biglietti dei concerti e le T-shirt, per esempio.<br />

Freeloading, se tu stesso<br />

non hai mai pagato la musica dei tuoi gruppi preferiti, poi non ti stupire<br />

<br />

Negli USA, Spotify ha dato 500 milioni di dollari alle principali case<br />

<br />

sugli utili, quindi teoricamente soldi che non sono a disposizione della<br />

<br />

<br />

intorno ai 3 miliardi di dollari. Il ricavato di questi “equity”, quando<br />

e se il servizio diventerà pubblico, non deve essere condiviso con gli<br />

artisti: mi sembra abbastanza ovvio dunque che alcuni ci stanno guadagnando<br />

molto da questo accordo, mentre agli artisti rimangono le<br />

<br />

è contento e i direttori generali dei servizi web sono contenti. Tutto<br />

bene, tranne per il fatto che nessuno difende quelli che la musica la<br />

<br />

Sono convinto che, come per la maggior parte dei<br />

servizi online, ne sopravviverà alla fine soltanto<br />

uno: non ci sono due Facebook o due Amazon!<br />

“Dominazione e monopolio”, così si chiama il gioco<br />

nel mercato della rete!<br />

Storicamente, i musicisti che non sono delle top pop star non vengono<br />

mai pagati bene; in fondo non è così che vanno le cose se vuoi metterti<br />

<br />

proteste dei Metallica nei confronti di Napster, interpretata da molti<br />

<br />

È vero che i musicisti per alcuni decenni sono stati viziati e poi tutto<br />

<br />

<br />

giusto Conosco diversi artisti bravi che insegnano, probabilmente per<br />

far tornare i conti e permettersi la libertà di fare quello che vogliono ma<br />

non vedo orde di musicisti sistemati nelle università da qui a breve...<br />

La vera questione è che se lo streaming gratuito o a basso costo diventa<br />

<br />

<br />

porno – allora forse dovremmo fermarci un momento e considerare<br />

le conseguenze che avranno questi servizi e questa tecnologia, prima<br />

di “svendere” tutto il nostro patrimonio culturale nel modo in cui lo<br />

<br />

I musicisti potrebbero, per ora,<br />

-<br />

<br />

migliore rispetto al quel misero<br />

15%, ma ho l’impressione che<br />

questo modello non possa reggere<br />

come mezzo per sostenere il lavoro<br />

creativo. Il risultato inevitabile<br />

<br />

a che non ne resterà più nulla. Come ha sottolineato Lowery, non c’è<br />

motivo per cui gli artisti debbano accettare questi termini così come<br />

sono e seguire qualsiasi nuova tecnologia salti fuori. Adesso mi darete<br />

del luddista, ma fermarsi un minuto a pensare alle conseguenze prima<br />

<br />

bisogna cedere la propria privacy, o accettare che si utilizzi qualsiasi<br />

informazione su di te quando sei connesso, per esempio. Non ho una<br />

risposta e mi piacerebbe poter proporre qualcos’altro rispetto al già<br />

sentito: “Guadagna con i concerti”, oppure “Vendi la tua musica<br />

come colonna sonora di una pubblicità”. Quello che qui però è a<br />

rischio non è tanto la sopravvivenza degli artisti come me, ma quella<br />

degli artisti emergenti e di quelli che hanno all’attivo solo pochi dischi<br />

come St Vincent, con cui sto attualmente facendo il mio tour e che<br />

pure non è esattamente una sconosciuta. Molti musicisti come lei, che<br />

sembrerebbero ben consolidati, molto conosciuti e molto bravi, alla<br />

<br />

guadagnare di più. Senza il ricambio di nuovi artisti, il nostro futuro<br />

come cultura musicale appare tetro. Una cultura di blockbusters<br />

è triste, e in ultima analisi non fa bene neanche al mercato. Non è<br />

questo il mondo che mi ha ispirato quando ero più giovane. Molti fan<br />

<br />

essere quindi un qualche incentivo per fare sì che questo salvavita sia<br />

ancora disponibile per le generazioni future.<br />

<strong>SUONO</strong> novembre 2013 23

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