SUONO n° 481
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Una magia (quasi) svelata<br />
Nessuno crediamo avrà da obiettare se definiamo Cremona come “la città<br />
del violino” intendendo così abbracciare a tutto tondo la consacrazione della<br />
città lombarda quale capitale mondiale dell’ebanisteria.<br />
L’<br />
arte dell’Amati tramandata al Guarnieri<br />
e ad Antonio Stradivari è solo la punta<br />
di un iceberg che consta tutt’ora di oltre<br />
200 botteghe liutaie in città. Le misteriose magie di<br />
quest’arte artigianale hanno dato vita a strumenti<br />
unici che non sono solo reliquie ma creature vivaci<br />
non solo ammirate e utilizzate per dar vita, ogni<br />
volta, a quel mistero sonoro per cui si sono spesi<br />
quei famosi artigiani. Per cercare di catturarlo,<br />
un gruppo di ricercatori delle Università di Pavia,<br />
Milano-Bicocca e Statale di Milano ha condotto per<br />
la prima volta un’indagine completa e non invasiva<br />
sulla “magia del violino” per far luce sulla composizione<br />
e le caratteristiche della tavola armonica<br />
di un violino costruito da Antonio Stradivari circa<br />
tra secoli fa (di proprietà di Charles Beare, uno<br />
dei più noti esperti di violini a livello mondiale).<br />
In particolare, mediante la tecnica EDXRF, basata<br />
sull’irraggiamento dell’opera con raggi X sono stati<br />
studiati i materiali e le decorazioni della tavola<br />
armonica ed è stato possibile caratterizzare i materiali<br />
delle strisce decorative, rivelando l’utilizzo<br />
di un particolare inchiostro, chiamato ferro gallico,<br />
noto per essere utilizzato all’epoca come inchiostro<br />
da scrittura. Applicando, inoltre, la tecnica della<br />
dendrocronologia sulla tavola, la stessa tecnica<br />
che si usa per datare i tronchi degli alberi, il gruppo<br />
di lavoro dell’Università di Milano-Bicocca ha<br />
potuto confermare che il periodo di fabbricazione<br />
dello strumento corrisponde al periodo di attività<br />
del famoso liutaio cremonese. Questa tecnica di<br />
datazione assolutamente non distruttiva lega lo<br />
spessore degli anelli degli alberi al loro periodo<br />
di crescita: confrontando le misure sperimentali<br />
con opportuni database è possibile risalire alla<br />
collocazione storica dell’oggetto in esame. Quasi<br />
contemporaneamente nel bellissimo centro storico<br />
di Cremona è stato inaugurato il nuovo Museo del<br />
Violino dove i visitatori possono ammirare una<br />
settantina di strumenti ad arco prodotti in città.<br />
L’attività del Museo non si ferma qui grazie all’Auditorium<br />
che ne fa parte ma anche alla possibilità<br />
di ospitare vari laboratori di ricerca che danno vita<br />
a sperimentazioni e interazioni nelle quali verrà<br />
coinvolto anche il pubblico.<br />
Un inno allo strumento a corda principe a cui si<br />
uniscono le lodi tessute nel tempo anche da chi si<br />
occupa della riproduzione della musica, che ai vari<br />
maestri ebanisti hanno dedicato vari prodotti…<br />
Agostino Bistarelli<br />
MAMMA RAI<br />
LO SA PERCHÉ<br />
Ondivaganza<br />
Non da oggi l’atteggiamento della<br />
tv di stato nei confronti della musica<br />
è ondivagante tra grandi afflati, inspiegabili<br />
chiusure e ghettizzazioni<br />
in ore impossibili che per farvi fronte<br />
puoi solo essere un seguace del<br />
principe Vlad III... Ma anche in radio le<br />
idee siano “ben confuse”: da un lato<br />
si accolgono le istanze di Luca Sapio,<br />
eclettico musicista dell’area soul music<br />
che con lo spazio Latitude Black<br />
(il sabato su Radio 2 dalle 15,00 alle<br />
16,00) “accompagna” gli ascoltatori in<br />
un lungo viaggio nella storia del soul<br />
e del rhythm & blues; dall’altro dopo<br />
tre cicli di trasmissioni, la stessa Radio<br />
2 ha sospeso RaiTunes, programma<br />
musicale radiofonico tra i più innovativi:<br />
condotto da Alessio Bertallot<br />
(anche qui un artista eclettico nonché<br />
a lungo voce degli Aereoplanitaliani),<br />
proponeva uno sguardo a 360 gradi<br />
sull’universo musicale, utilizzando per<br />
interfacciarsi con pubblico e artisti,<br />
tutte le possibilità dei media moderni.<br />
Nemo propheta in patria, Bertallot<br />
non si è perso d’animo per diventare<br />
propheta in domum suam (si dirà così<br />
Boh, avevo 4 in latino…): direttamente<br />
da casa sua, tramite la piattaforma<br />
italiana di streaming Spreacker, ha<br />
dato vita a Casa Bertallot, un programma<br />
che lo stesso Bertallot definisce<br />
“crossmediale”, per continuare a sperimentare<br />
utilizzando tutte le opportunità<br />
dei new media. Vi si accede dalla<br />
pagina facebook di Bertallot (www.facebook.com/AlessioBertallot)<br />
e viene<br />
sostenuta dal contributo di ognuno<br />
tramite MusicRaiser, la piattaforma<br />
di crowdfunding. Non tutto internet<br />
viene per nuocere dunque!<br />
Il tremila