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Numero 76/77 - Anno XIII, Maggio-Agosto 2005 - Club Plein Air BdS

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Mimmo Scuderi, la nostra guida<br />

A questo punto, grandi e bambini,<br />

tutti muniti di scarpe da trekking e cappellini,<br />

si sono inoltrati nei sentieri della riserva,<br />

istituita nel 1982, dopo anni di lotte civili per<br />

fermare i lavori di una strada che avrebbe<br />

dovuto congiungere Scopello a San Vito Lo<br />

Capo, violentando uno dei tratti di costa più<br />

belli della parte occidentale dell’isola, immersa<br />

in una lussureggiante oasi di vegetazione<br />

mediterranea, con palme nane, simbolo della<br />

riserva, ma anche carrubi, ginestre,<br />

biancospini, euforbie, asfodeli e tanto altro.<br />

Un vero paradiso terrestre, insomma, nel<br />

quale i presenti si sono trovati catapultati<br />

dopo aver attraversato la galleria lasciata<br />

incompiuta che testimonia l’inizio dei lavori,<br />

per fortuna bloccati.<br />

Subito oltre si è spalancato agli occhi<br />

di tutti uno scenario da favola, con le<br />

profondità del mare che occhieggiava poco<br />

più in giù e la collina immersa in una<br />

vegetazione fitta di arbusti e di alberi, tra cui<br />

si notavano fiori dai mille colori. Procedendo<br />

avanti, attraverso uno stretto sentiero, ora in<br />

salita ora in discesa, non sempre agevole per<br />

la verità, ci siamo ritrovati a costeggiare<br />

diverse calette, dove l’acqua assume<br />

sfumature incredibili, tra palme nane, cespugli<br />

di mirto e arbusti di ginestra, mentre i sensi<br />

entravano in conflitto tra loro, dato che lo<br />

sguardo non sapeva se farsi catturare dal<br />

mare sottostante o dalla coloratissima<br />

vegetazione, l’olfatto non sapeva quale<br />

profumo seguire, se quello delle essenze o<br />

quello della salsedine, e gli altri sensi venivano<br />

sedotti dal calore del sole e dal richiamo dei<br />

gabbiani che volteggiavano su di noi.<br />

Dopo una sosta al centro visitatori,<br />

per un’introduzione di Mimmo Scuderi sulle<br />

piante e sugli animali che vivono allo Zingaro<br />

e per ammirare i lavori realizzati con la parte<br />

interna della palma nana dai giovani locali<br />

(cestini, borse e attrezzi vari), la nostra<br />

carovana si è rimessa in moto per<br />

raggiungere la zona intermedia della riserva,<br />

che si snoda per circa sette chilometri, dove<br />

erano state avvistati diversi esemplari di<br />

orchidea selvatica. La nostra solerte guida,<br />

intanto, ci dava notizie sulle piante che si<br />

andavano incontrando, ma anche sulla fauna<br />

della riserva, come gli esemplari di aquila<br />

reale, l’istrice, la volpe, la lepre e così via; e<br />

poi all’improvviso, quando il fiato cominciava<br />

a mancare e il sudore imperlava la fronte,<br />

abbiamo avuto l’ennesima ricompensa, con la<br />

visione delle bellissime orchidee selvatiche<br />

che occhieggiavano tra la vegetazione. E’<br />

stato un susseguirsi di foto, di riprese e di<br />

sospiri estatici, mentre la risacca del mare<br />

consacrava più in basso questi momenti unici.<br />

Vegetazione tipica della Riserva

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