Inseguendo il passato Tra il 1° e il 5 giugno ci siamo fatti affascinare dalle atmosfere senza tempo di Siracusa assistendo al Teatro Greco alla rappresentazione dell’Antigone di Sofocle, per poi tuffarci nelle suggestioni naturalistiche di Vendicari e della Valle dell’Anapo, e concludere il tour nel siracusano fra i borghi di Marzamemi e Sortino, in un magnifico mix di arte, cultura, natura e … buona cucina L’ occasione era troppo ghiotta per farsela sfuggire: cinque giorni di libertà, quelli del ponte tra il 1° e il 5 giugno, da dedicare all’esplorazione della nostra magica i- sola, lungo il versante sud-orientale che è più difficile da raggiungere da Palermo nel corso di un breve week-end, alla (ri)scoperta della splendida Siracusa, che in quell’occasione o- spitava al Teatro Greco anche la rappresentazione delle tragedie classiche, ma anche delle riserve naturalistiche di Vendicari e dell’Anapo, con la suggestiva Pantalica, e di due piccoli borghi, il delizioso Marzamemi e il barocco Sortino, attraverso un excursus che in una manciata di giorni ha coniugato con grande equilibrio cultura, storia, arte, ma anche natura, paesaggi magnifici e cucina, una delle grandi passioni delle cavallette targate <strong>Club</strong> <strong>Plein</strong> <strong>Air</strong> <strong>BdS</strong>. Tutto ciò è stato possibile grazie alla sapiente organizzazione “in loco” dei nostri soci Alfio Triolo ed Emanuele A- menta, che si sono prodigati per realizzare una gita che, per quanti vi hanno preso parte, non sarà facilmente dimenticata. Ma andiamo per ordine: a metà giornata di mercoledì 1° giugno una dozzina di equipaggi di soci provenienti da tutta la Sicilia si sono dati appuntamento a Siracusa presso l’area camper “Von Platen”, situata a ridosso del Santuario della Madonnina delle Lacrime e del Museo Archeologico. Il primo appuntamento in programma era al vicino teatro greco per assistere ad una delle tragedie classiche in cartellone, l’Antigone di Sofocle. Ed è stata un’esperienza notevole ritrovarsi sulle gradinate di un teatro “vecchio” di duemilacinquecento anni, circondati da migliaia di persone immerse in un’atmosfera al di fuori del tempo, a pochi passi dall’area archeologica e dall’Orecchio di Dioniso dove, secondo la leggenda, il tiranno spiava i discorsi dei prigionieri che tramavano contro di lui, grazie al magnifico effetto di amplificazione dei suoni che a tutt’oggi si può osservare all’interno della grotta. Dopo aver fortunosamente trovato posto nel teatro gremito all’inverosimile, lo sguardo dei presenti è stato attratto dalla scenografia, scandita da gigantesche copie delle enigmatiche statue cicladiche che, sebbene risalenti a migliaia di anni fa, hanno forme ancora molto attuali, tanto da potersi accostare alla scultura moderna. Poco dopo le 18,30 ha avuto finalmente inizio lo spettacolo, scandito dalle figure funeree degli attori fasciati in lugubri abiti neri; in effetti questo è stato l’unico aspetto dello spettacolo che non ci ha convinto più di tanto, mentre il resto della messa in scena ci ha colpito per la sua incisività. L’argomento si prestava eccezionalmente: com’è noto, si tratta del dramma di Antigone, sfortunata figlia nata dalle nozze incestuose tra Edipo e Giocasta, che cerca di convincere la timorosa sorella Ismene a partecipare ai riti funebri nei confronti del comune fratello Polinice, vietati con un severo bando dal re Creonte, loro zio, che vuole così punire Polinice per avere marciato contro Tebe per rivendicarne la guida e avere così assassinato suo fratello Eteocle, rimanendo a sua volta ucciso nel duello fratricida. Antigone resterà sola in questa sua lotta per rispettare il fratello morto e i riti voluti dagli dei in onore dei morti; sarà scoperta e condannata a morte da Creonte, autore di un bando che vuole punire Polinice anche da morto negandogli la sacra sepoltura voluta dagli dei; Creonte, accecato dall’odio per chi ha marciato contro la città, la farà rinchiudere in una grotta con la veste nuziale che avrebbe dovuto indossare durante le nozze, fissate con suo figlio Emone.
Una scena dell’Antigone al Teatro Greco di Siracusa In basso i nostri soci davanti ai resti del Tempio di Apollo a Ortigia