Numero 76/77 - Anno XIII, Maggio-Agosto 2005 - Club Plein Air BdS
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Dopo il pranzo e i chilometri percorsi<br />
la stanchezza era notevole, ma per fortuna ci<br />
è venuto in soccorso il pulmino della riserva<br />
che ci ha riportato indietro su ruote, fino ai<br />
camper che ci attendevano pazientemente<br />
all’ingresso, alcuni chilometri indietro! Quindi<br />
la carovana di mezzi si è spostata ancora verso<br />
l’ultima tappa del raduno, il vicino paese di<br />
Sortino, dove era attesa nel parcheggio del<br />
municipio, in cui erano stati riservati dei posti<br />
per i camper presenti. Qui giunti, un po’ di<br />
riposo era d’obbligo, dopo i chilometri percorsi<br />
nel corso della giornata, anche se alcuni<br />
dei presenti ne hanno approfittato per fare<br />
una prima passeggiata nel paese, assistendo<br />
anche alla messa pomeridiana del sabato.<br />
Il nostro gruppo a Sortino davanti<br />
la chiesa della Natività<br />
Ma il grosso delle esplorazioni cittadine<br />
hanno avuto luogo il giorno dopo, la<br />
mattina della domenica 5 giugno, quando una<br />
guida della Pro Loco è venuta ad accompagnarci<br />
nel corso della visita; si è così effettuata<br />
una passeggiata nel centro storico, ricostruito<br />
dopo le distruzione del terribile terremoto<br />
del 1693 che cambiò la fisionomia della<br />
Sicilia orientale, seminando morte e distruzione.<br />
Peccato che in questo periodo la cittadina,<br />
con la decisa impronta barocca rilevabile<br />
tuttora nelle architetture delle chiese e di<br />
alcuni palazzi nobiliari costruiti dopo il terremoto,<br />
sembri un enorme cantiere in costruzione,<br />
dato che buona parte dei suoi monumenti<br />
più importanti sono in restauro, facciate<br />
comprese.<br />
In ogni caso, percorrendo il centrale<br />
Corso Umberto ci siamo inoltrati nel cuore<br />
dell’abitato, fiancheggiando le varie chiese<br />
cittadine, come quella di Santa Sofia, dedicata<br />
alla patrona cittadina, o come la chiesa del<br />
Purgatorio, incorniciata da un grazioso portale,<br />
o ancora come la chiesa di San Sebastiano,<br />
arricchita da affreschi del Crestadoro, artista<br />
palermitano del ‘700. Ma tra le chiese<br />
cittadine più importanti vi sono la chiesa della<br />
Natività, con un’armoniosa facciata concavoconvessa<br />
su tre ordini, che ospita all’interno<br />
un pregevole pavimento in piastrelle di maioliche<br />
che raffigura la Pesca miracolosa, la<br />
chiesa dei Cappuccini, che ospita il prezioso<br />
ciborio dell’altare maggiore in legno intarsiato,<br />
eseguito in diciotto anni da Fra Angelo di<br />
Mazzarino, e la settecentesca Chiesa Madre,<br />
dedicata a San Giovanni Evangelista, preceduta<br />
da un artistico sagrato e caratterizzata<br />
da una facciata che, dalle foto che ci sono<br />
state mostrate (dato che sono in corso i lavori<br />
di restauro) è un vero e proprio capolavoro<br />
di architettura barocca.<br />
Il pezzo forte della visita della cittadina<br />
è stato però senza dubbio il Museo<br />
dell’Opera dei Pupi, ospitato all’interno del<br />
Convento dei Padri Conventuali, che raccoglie<br />
al suo interno la collezione di pupi siciliani<br />
appartenenti al puparo don Ignazio Pugliesi,<br />
con pupi alti fino ad un metro e quaranta,<br />
dal peso di oltre trentacinque chili. Penetrare<br />
all’interno del museo è quasi come fare un<br />
salto nel giardino della nostra infanzia, tra<br />
pupi variopinti dalle espressioni più varie, che<br />
sembrano in grado di animarsi da un momento<br />
all’altro, per trascinarci in un universo rutilante<br />
di suoni e di emozioni, dove tutto sembra<br />
possibile, anche l’amore disperato di Orlando<br />
per Angelica.<br />
Nel museo si susseguono varie sale<br />
tematiche, come quella dei giganti e dei mostri,<br />
quella dei saraceni, sui cui volti si allungano<br />
ghigni satanici, dei paladini di Francia,