Numero 76/77 - Anno XIII, Maggio-Agosto 2005 - Club Plein Air BdS
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Nel caso di morso di un serpente, a<br />
meno che non vi troviate di fronte ad una<br />
specie nota di serpente non velenoso,<br />
considerate tutti i serpenti come se fossero<br />
velenosi. Un morso evidente sulla cute è<br />
l'unico segno rilevabile e potrebbe essere<br />
semplicemente una variazione di colore<br />
della cute nel punto colpito. Il dolore e il<br />
gonfiore nell'area del morso potrebbero<br />
svilupparsi lentamente impiegando da trenta<br />
minuti a diverse ore. Il malcapitato potrebbe<br />
avere le seguenti reazioni: polso rapido e<br />
respirazione faticosa; stato di debolezza<br />
generale che tende ad accentuarsi; problemi<br />
visivi (vista debole e sfuocata); nausea o<br />
vomito e convulsioni; sonnolenza e perdita<br />
di coscienza.<br />
Forme di vita marina<br />
Le forme di vita marina velenose in<br />
grado di produrre delle lesioni da puntura<br />
comprendono la medusa, il mollusco<br />
urticante, la fisalia, il corallo, l'anemone<br />
marino, l'idra femmina, lo scorfano e la<br />
razza. Nella maggior parte dei casi, la<br />
puntura dà luogo all'insorgenza di dolore<br />
localizzato e poche complicanze, tuttavia<br />
alcuni pazienti possono mostrare reazioni<br />
allergiche e sviluppare uno shock<br />
anafilattico. Si verificano ferite perforanti<br />
qualora un soggetto calpesti un riccio di<br />
mare, un gatto spinoso o afferri altre specie<br />
marine dotate di aculei.<br />
Attenzione al morso dei serpenti:<br />
anche un bellissimo bosco potrebbe<br />
nasconderne uno in agguato<br />
Dobbiamo subito contattare il<br />
medico più vicino, recarci da un farmacista<br />
o telefonare al servizio 118, ed in attesa<br />
dell’intervento dobbiamo mantenere calmo<br />
il paziente, conservarne il calore corporeo,<br />
localizzare i segni dei denti dell’animale e<br />
pulire la zona con acqua e sapone e togliere<br />
ogni elemento di costrizione nell'estremità<br />
morsa; inoltre, tenere immobilizzata<br />
l'estremità colpita: l'applicazione di una<br />
stecca può essere di aiuto.<br />
Chi ama il mare va spesso incontro<br />
a “incontri ravvicinati” con meduse<br />
o a punture di spine di ricci<br />
Benché corrisponda al vero che<br />
immergendo la ferita in acqua calda per<br />
trenta minuti l'azione del veleno si riduce,<br />
bisogna provvedere all'immediato trasporto<br />
in ospedale in quanto il paziente può aver<br />
bisogno di un'iniezione antitetanica e le<br />
ferite trattate da un medico. E ricordate:<br />
anche in questi casi, il paziente potrebbe<br />
reagire al veleno sviluppando uno shock<br />
anafilattico che potrebbe diventare<br />
potenzialmente letale.<br />
Gabriele Gigli<br />
(da “L’Angolo” – maggio-giugno <strong>2005</strong>)