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Numero 76/77 - Anno XIII, Maggio-Agosto 2005 - Club Plein Air BdS

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varie compagnie che effettuano il relativo<br />

collegamento, da Palermo, Trapani e Napoli<br />

verso Cagliari, da Civitavecchia, Livorno e<br />

Genova verso Olbia e Arbatax, ecc. Solo una<br />

di queste, da Livorno ad Olbia effettua il<br />

passaggio in open deck, mentre dalla Sicilia la<br />

Tirrenia – unica delle compagnie di<br />

navigazioni a collegare direttamente le due<br />

isole – utilizza le navi più vecchie della sua<br />

flotta, ovviamente senza open deck.<br />

Per quanto riguarda la viabilità, l’isola<br />

dispone di una sola superstrada, per lunghi<br />

tratti a due carreggiate (la SS. 131<br />

comunemente nota come “Carlo Felice”) che<br />

da Cagliari spacca la Sardegna a metà,<br />

toccando le maggiori città da sud a nord; ma<br />

anche le altre statali e le provinciali sono<br />

generalmente in ottimo stato, in buona parte<br />

dritte (tranne quando non si arrampicano su<br />

per qualche monte) e con un buon manto<br />

stradale; inoltre (ma certamente la cosa non<br />

vale a luglio e agosto), la cosa che più<br />

meraviglia è il traffico praticamente<br />

inesistente.<br />

La gente e la lingua<br />

Un po’ dovunque abbiamo trovato<br />

persone molto disponibili, gentili e portate al<br />

dialogo e al contatto umano; niente a che<br />

vedere con gli stereotipi che vedono i sardi<br />

come arretrati e chiusi; si tratta soltanto di<br />

un’altra leggenda metropolitana!<br />

Dato il periodo, abbiamo perfino<br />

goduto di visite guidate effettuate solo per<br />

noi da fior di archeologi e naturalisti, che<br />

hanno avuto il piacere, offrendosi<br />

spontaneamente e gratuitamente, di<br />

accompagnarci per poterci fare conoscere<br />

meglio i siti che volevamo visitare. Talvolta<br />

anche l’acquisto del pane o di un oggetto di<br />

artigianato ci ha spalancato davanti orizzonti<br />

di conversazione e di approfondimento di<br />

impensabile interesse, evidenziando da sud a<br />

nord l’evidente piacere della gente locale a<br />

promuovere la propria terra, le proprie<br />

tradizioni e la propria storia.<br />

Una nota speciale va dedicata alla<br />

lingua sarda che (a costo di apparire troppo<br />

tecnici dal punto di vista glottologico) non è<br />

un dialetto italiano ma una lingua vera e<br />

propria che in molti casi scorre parallela,<br />

nell’universo quotidiano della gente,<br />

all’italiano, dando alla lingua nazionale solo<br />

alcune peculiarità come le vocali molto chiuse<br />

e una musicalità e un’intonazione davvero<br />

unici; il sardo è parlato abitualmente<br />

soprattutto dalla gente più anziana e nei<br />

centri interni, più al centro nord che al sud, e<br />

vive ufficialmente nella toponomastica, con i<br />

nomi delle strade spesso scritti nelle due<br />

lingue e con i nomi delle località e dei paesi<br />

palesemente scritti in sardo. Ovviamente<br />

esiste una vera e propria sintassi della lingua<br />

oltre che un lessico, ma evitiamo eccessivi<br />

approfondimenti che potrebbero non<br />

interessare tutti.<br />

Donna in costume tradizionale. Per<br />

chi ama il folclore, un’esperienza<br />

unica si ha il 1° maggio a Cagliari<br />

in occasione della festa del Santo<br />

Patrono, Sant’Efisio.<br />

Una nota ulteriore riguarda Alghero e<br />

la zona vicina, dove ancora oggi si parla una<br />

lingua-dialetto che è un misto di sardo e<br />

catalano, retaggio della storia della costa<br />

nord-occidentale sarda dominata per lungo<br />

tempo dai catalani.<br />

Paesaggi marini, boschi e grotte<br />

E’ indubbio che la natura è padrona<br />

incontrastata in tutta quanta la Sardegna. Già<br />

sbarcando a Cagliari è possibile, a poca<br />

distanza dal centro della città (oltre il Poetto)<br />

poter assistere allo spettacolo dei fenicotteri<br />

negli stagni fra il capoluogo e Quartu<br />

Sant’Elena. La stessa cosa avviene ad ovest di<br />

Oristano, negli stagni attorno a Cabras, segno<br />

evidente che la Sardegna è considerata da<br />

questi e da altri uccelli una sede “tranquilla”<br />

per la loro vita.

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