Fenicotteri negli stagni fra Cagliari e Quartu Sant’Elena In basso cavallini al pascolo nella Giara di Gesturi
Del mare c’è poco da dire che già non si sappia: litorali come quello fra Pula e Sant’Antioco, a ovest di Cagliari, o come quello di Villasimius, sul Tirreno, o ancora come quello, sempre sul Tirreno ma più a nord, di Cala Gonone e Cala Luna, a ridosso della Costa Smeralda, sono i paesaggi mito della Sardegna marina, con le calette di spiaggia dorata e acqua turchina. La spiaggia di Cala Luna Ma splendido è anche l’interno, come la zona boschiva del Supramonte, attorno a Orgosolo, o come la Giara di Gesturi, a poche decine di chilometri a nord di Cagliari, ben poco nota al grande pubblico; si tratta di un altopiano che conserva una lussureggiante macchia mediterranea, in cui si sviluppano sughereti contorti dalla forza del vento che si alternano a magnifici stagni che in primavera si ricoprono completamente di fiori di camomilla, di grande effetto scenografico. Qui si può passeggiare nei vari sentieri, nel silenzio interrotto soltanto dal vento, fra buoi al pascolo, maialini selvatici e cavallini, che vivono liberi solo in quest’area protetta. sottosuolo sardo, dove sono di grande interesse naturalistico anche alcune grotte con concrezioni calcaree che hanno creato nei millenno milioni di stalattiti e stalagmiti, come quelle di Is Zuddas, fra Pula e Santadi, o come quella del Bue Marino, vicino Cala Gonone, che prende il nome dal fatto che qui viveva fino a poco tempo fa la foca monaca, meglio nota ai sardi proprio col nome di bue marino. Memorie storico-archeologiche Come la Sicilia conserva ampie testimonianze della dominazione greca e poi romana (le aree archeologiche di Agrigento, Segesta, Selinunte, Piazza Armerina, Siracusa, ecc.), così il territorio sardo è una miniera inesauribile per quanto riguarda siti nuragici, prenuragici e punico-fenici. Un bellissimo esempio di archeologia preistorica è la Necropoli di Montessu, nell’estremo sud-ovest della Sardegna fra Pula e l’isola di Sant’Antico, con tombe scavate nella roccia risalenti all’età del bronzo (attorno al 3.000 a.C.), che prendono il nome di “domus de janas” (questo, per esempio, è un termine sardo), immerse in una lussureggiante vegetazione, con alcune decorazioni collegate con il culto della dea Madre. Un altro esempio è... proprio il paese di Sant’Antioco, di fatto costruito tutto sulle tombe dell’antico insediamento fenicio. Altri siti archeologici di particolare importanza sono quelli - sempre fenici - di Nora, con il complementare museo archeologico della vicina Pula, e quelli di Tharros, a pochi chilometri da Oristano. Le grotte di Is Zuddas Un’ultima annotazione merita il L’area archeologica di Tharros