Numero 76/77 - Anno XIII, Maggio-Agosto 2005 - Club Plein Air BdS
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C<br />
ome ogni anno siamo ormai vicini<br />
alle nostre ferie estive, e quindi ai tanto agognati<br />
viaggi che ci porteranno da un lato all’altro<br />
dell’Italia, dell’Europa e del Mediterraneo. Anche<br />
quest’anno troveremo code in autostrada, confusione<br />
nelle più note località turistiche, prezzi alle<br />
stelle e così via; anche quest’anno magari ci ritroveremo<br />
in tanti negli stessi posti, negli stessi soliti<br />
luoghi. Bruno Andrea Ciattini, direttore di Auto-<br />
Caravan, nell’editoriale al numero di giugno della<br />
rivista, fa una riflessione proprio su questo argomento.<br />
“Nel nord Europa – scrive - le vacanze<br />
distribuite a intervalli opportuni sono la norma.<br />
Da noi, mentre in Germania o in Olanda si continua<br />
a lavorare, si ferma tutto. È vero che a giustificare<br />
le ferie all'italiana c'è un fattore determinante<br />
come il clima, ma per interpretare gli scenari<br />
delle strade intasate e dei posti di villeggiatura<br />
sovraffollati restano solo le cattive abitudini<br />
che ancora molti hanno in comune”. E’ indubbio<br />
che questo è da sempre il punto dolente delle nostre<br />
“vacanze”, legate quasi sempre a quel periodo<br />
che va da metà luglio a metà agosto e, ahimè,<br />
legate anche ai soliti luoghi rinomati e arcinoti.<br />
“Gli stranieri dicono che noi italiani, quando facciamo<br />
le vacanze, andiamo sempre nello stesso<br />
posto. A me sembra piuttosto – continua Ciattini<br />
- che tutti andiamo negli stessi luoghi. Cambiamo<br />
cielo per ritrovarci poi ammucchiati l’un l’altro”.<br />
Sulla stessa linea è Luciano Mantovani,<br />
uno dei grandi nomi del camperismo italiano, che<br />
sull’ultimo numero de Il Giramondo scrive: “non<br />
possiamo non renderci conto che una concentrazione<br />
esagerata di camper è fastidiosa per chi<br />
camperista non è; è innegabile che conduciamo<br />
veicoli ingombranti, lenti e tutt’altro che agili... E<br />
quando siamo in tanti, la sopportazione nei nostri<br />
confronti finisce presto”. Parliamo anche di impatto<br />
ambientale; diciamocelo: “quelle distese di<br />
tetti bianchi, vanamente ingentiliti da oblò e paraboliche,<br />
non sono un bel vedere”.<br />
Tutto questo perché Perché riesce difficile,<br />
nella boria di una moda che porta all’acquisto<br />
di camper sempre più grandi e accessoriati da<br />
parte di tante persone che non hanno alcuna cultura<br />
del plein air dietro le spalle, capire che la libertà<br />
tanto reclamata per sé finisce proprio dove<br />
inizia quella degli altri. Un camper è solo un mezzo<br />
per viaggiare e nulla di più. Ma un mezzo che<br />
necessita di una sensibilità diversa da chi guida<br />
Editoriale<br />
una semplice autovettura o una moto. Essere<br />
camperisti significa essere portatori di una cultura,<br />
quella del pleinair o dell’abitar viaggiando o<br />
del turismo itinerante (come vogliamo chiamarlo)<br />
che implica rispetto degli altri e dell’ambiente e<br />
soprattutto amore per la ricerca di luoghi che altrimenti<br />
non potrebbero essere così facilmente<br />
visitati. Perché affollarsi tutto sul litorale di San<br />
Vito lo Capo quando a pochi chilometri di distanza<br />
ci sono calette meravigliose e più solitarie<br />
Perché riprendere le abitudini dei nostri abituali<br />
condomini anche quando siamo in camper e ci<br />
troviamo in mezzo a decine e decine di altri camper<br />
La cultura e la sensibilità del pleinair non<br />
si inventano ovviamente dall’oggi al domani; la<br />
responsabilità non è solo di chi guida un camper<br />
(spesso da poco tempo perché magari il camper è<br />
preso a noleggio); le responsabilità sono un po’ di<br />
tutti, l’ho scritto spesso, anche di tante associazioni<br />
che non si curano affatto della “cultura” dei<br />
propri associati e magari organizzano raduni oceanici<br />
per dimostrare (ma a chi) la loro importanza.<br />
La responsabilità è spesso anche di chi i camper<br />
li vende o li noleggia e non pensa affatto a<br />
come quei mezzi potranno essere utilizzati. La responsabilità<br />
è anche delle Forze dell’Ordine che<br />
non intervengono in modo “chirurgico” contro<br />
chi non rispetta norme di legge ben chiare lasciando<br />
in pace tutti gli altri. La responsabilità è<br />
anche dei Comuni che ignorano il turismo<br />
dell’abitar viaggiando, magari obbedendo alle<br />
pressioni di albergatori e gestori di campeggi.<br />
Sì, anche dei gestori dei campeggi: perché<br />
si fa un bel dire che noi siamo campeggiatori!<br />
E no, cari amici, noi siamo viaggiatori in camper,<br />
che ovviamente quando è necessario e lo vogliamo<br />
utilizzano un campeggio; ma che non hanno<br />
comprato un camper con l’obiettivo di andarsi a<br />
chiudere sempre dentro uno di quei luoghi recintati<br />
che si chiamano camping (chi ha scelto la<br />
roulotte spesso fa turismo stanziale, non chi usa il<br />
camper). Il camper è fatto per viaggiare, per farci<br />
viaggiare, spesso anche senza una meta precisa,<br />
per farci scoprire scenari sempre nuovi e desueti,<br />
per farci crescere e maturare a qualsiasi età. Il<br />
camper è questo e tanto altro ancora. Ricordiamocelo<br />
in queste nostre prossime vacanze, che<br />
auguro a tutti serene e splendide.<br />
Maurizio Karra