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Numero 76/77 - Anno XIII, Maggio-Agosto 2005 - Club Plein Air BdS

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Il Circolo Polare Artico<br />

Lasciata la città si prosegue per la E6<br />

che corre dritta verso Nord. Superata la città<br />

di Mo i Rana, i boschi fitti cedono il posto a<br />

sottili betulle rade e basse, che gradualmente<br />

scompaiono, finché, a 650 metri di altezza,<br />

appare improvvisa la piatta e arida distesa per<br />

cui passa il Circolo Polare Artico, la linea<br />

immaginaria che corre a 66° 33’ di latitudine<br />

nord e che segna il limite del sole di mezzanotte<br />

al solstizio d’estate e il culmine della<br />

notte polare al solstizio d’inverno.<br />

Alcuni cippi segnano questa linea sulla<br />

brulla spianata, tra chiazze di neve e ruscelli<br />

tumultuosi che lo sciogliersi del ghiaccio alimenta<br />

sempre più. E’ già un paesaggio artico,<br />

deserto e desolato, dove vegetano solo muschi<br />

e licheni. I numerosi turisti affollano il<br />

centro commerciale dove si vendono souvenir,<br />

funziona un centro postale e si rilasciano i<br />

certificati che attestano il passaggio del Circolo<br />

(a pagamento!).<br />

Scendendo giù dall’altopiano il paesaggio<br />

si addolcisce, la strada si snoda tra<br />

boschi, ruscelli vorticosi, piccoli agglomerati<br />

di case, laghi. A Bognes il traghetto conduce<br />

a Lødingen, il piccolo centro delle isole Vesterålen,<br />

meno turistiche delle più famose<br />

Lofoten. Verdi e pianeggianti, hanno paesaggi<br />

sereni con molte coltivazioni e abitazioni, ma<br />

non il fascino delle splendide sorelle.<br />

Le isole Lofoten<br />

Passato con un altro traghetto il piccolo<br />

braccio di mare tra Melbu e Fiskebøl, si<br />

sbarca alle Lofoten. Celebrate da artisti e<br />

viaggiatori, le isole non smentiscono affatto<br />

la loro fama. Il primo spettacolo è uno scenario<br />

incantevole di sottili e basse betulle che si<br />

fanno gradualmente sempre più rade tra imponenti<br />

montagne scoscese chiazzate di neve.<br />

Svolvaer, il tranquillo capoluogo dominato<br />

dalla mole di un caratteristico monte<br />

a due punte, la Svolvaergeita (la Capra di<br />

Svolvaer), è un importante centro per la lavorazione<br />

ed il commercio del merluzzo, la<br />

grande risorsa delle Lofoten: ne viene pescato<br />

tantissimo, anche se oggi si è notevolmente<br />

ridotto rispetto al passato.<br />

Il pesce viene lasciato essiccare su alti<br />

tralicci di legno e viene poi esportato, particolarmente<br />

proprio in Italia. Da Gennaio ad<br />

Aprile, attratto dalla Corrente del Golfo che<br />

rende meno freddo e mai ghiacciato il mare<br />

di queste zone, il pesce arriva in quantità e si<br />

organizzano le grandi battute di pesca. Anticamente<br />

i pescatori venivano anche da molto<br />

lontano e venivano alloggiati in piccole case<br />

di legno dipinte di rosso costruite in parte<br />

sugli scogli e in parte su palafitte. Queste casette,<br />

le rorbuer, sono oggi date in affitto ai<br />

turisti, alcune ancora intatte, altre restaurate<br />

o ricostruite.<br />

Dopo il tunnel sottomarino di Leiknes<br />

le isole diventano magiche, semplicemente<br />

superbe. Ad ogni curva della strada si aprono<br />

scorci fiabeschi che lasciano incantati, in un<br />

susseguirsi di paesaggi di maestosa serenità,<br />

dominati dalle nere montagne innevate, ora<br />

dolcemente ondulate ora dalle cime aguzze,<br />

ai cui piedi si annidano, di fronte ad acque<br />

cristalline di un incredibile verde smeraldo, le<br />

casette rosse dei piccoli villaggi e le deliziose<br />

cittadine ormai di consolidata vocazione turistica:<br />

Ramberg, con la sua spiaggia di finissima<br />

sabbia che il sole, anche se pallido, riesce<br />

ugualmente a rendere di un bianco abbagliante,<br />

lambita da acque trasparenti e verdissime<br />

ai piedi di alte vette chiazzate di neve;<br />

Nussfjord, un delizioso villaggio annidato in<br />

uno stretto fiordo racchiuso tra cime alte e<br />

scoscese, intatto nel suo impianto originale,<br />

caratteristico per le rorbuer rosse disposte a<br />

semicerchio attorno ad un’insenatura del<br />

fiordo; Reine, forse la più famosa delle Lofoten,<br />

incastonata in uno scenario da favola ai<br />

piedi di un’aspra montagna a forma di cono<br />

svettante come appena sorta dal mare;<br />

all’estremo sud, Å, il minuscolo villaggio di<br />

poche case che vive di pesca, rigorosamente<br />

pedonale.<br />

Come i centri vicini, da ogni parte si<br />

vedono le rastrelliere cui vengono appesi a<br />

seccare i merluzzi; centinaia di gabbiani stridendo<br />

fanno la spola tra la parete di roccia su<br />

cui nidificano e il locale dove viene lavorato il<br />

pesce, sperando in qualche boccone prelibato.<br />

Lungo la riva del mare le rorbuer rosse<br />

aumentano la suggestione del luogo. Una curiosità:<br />

Å è l’ultima lettera dell’alfabeto norvegese;<br />

il nome quindi ben si addice al più meridionale<br />

dei villaggi dell’arcipelago.

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