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Numero 76/77 - Anno XIII, Maggio-Agosto 2005 - Club Plein Air BdS

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Il Sàpmi, la terra dei figli del sole e del vento<br />

La terra dei Sami, un popolo antico che con orgoglio e tenacia rivendica il<br />

diritto alla propria identità e alla salvaguardia della propria cultura<br />

I<br />

Sami, noti ai più come Lapponi,<br />

termine ormai in disuso perché dispregiativo<br />

nel suo significato originale, vivono da migliaia<br />

di anni nell’estremo nord dell’Europa,<br />

oltre il Circolo Polare Artico. Nella mitologia<br />

dei Sami il padre del popolo è il sole, la madre<br />

è la terra. Ma la terra non potrebbe generare<br />

senza il vento che tiepido favorisce la<br />

crescita e gelido impedisce la vita dei licheni,<br />

il cibo principale delle renne attorno alle quali<br />

ruotava e ancora oggi in parte ruota la vita<br />

dei Sami. Figli del sole e del vento, dunque,<br />

come amano essere definiti, pervasi da una<br />

spiritualità che fonde il cristianesimo cui sono<br />

convertiti da tempo e l’antico senso<br />

dell’arcano, quando il Noajdde, lo sciamano,<br />

con il suo tamburo andava in trance ed entrava<br />

in contatto con gli spiriti e gli dei di cui interpretava<br />

la volontà e da cui invocava l’aiuto<br />

per tutta la comunità.<br />

Stabilitisi nel nord Europa alla fine<br />

dell’ultima glaciazione, circa diecimila anni fa,<br />

i Sami inizialmente allevarono poche renne<br />

che servivano loro per la carne ed il latte, per<br />

trainare le slitte nei trasferimenti, per fornire<br />

pelli per il vestiario e il riposo, e corna e ossa<br />

per gli utensili. Vivevano di caccia e di pesca,<br />

commerciavano con i popoli vicini. Intorno al<br />

1500 iniziarono ad allevare le grandi mandrie<br />

che divennero presto la fonte del loro reddito.<br />

Al variare delle stagioni le renne venivano<br />

trasferite, sulla costa in estate perché ingrassassero<br />

per affrontare il gelo della stagione<br />

fredda, in inverno sulla montagna dove sono<br />

abilissime a scovare sotto la neve i licheni di<br />

cui si cibano. I trasferimenti dalle mandrie<br />

coinvolgevano intere famiglie che trasportavano<br />

i loro averi su slitte trainate da renne e<br />

sostavano in tende formate da tronchi disposti<br />

a cono e ricoperti di pelli. Al centro della<br />

tenda stava il focolare che dava luce e calore<br />

e serviva alla cottura dei cibi. Uniche aperture,<br />

l’ingresso e un foro in alto per la fuoruscita<br />

del fumo. Tutt’intorno sul pavimento, ramoscelli<br />

secchi e pelli per distendersi, alle pareti<br />

corde e sostegni per gli abiti.<br />

In seguito i Sami divennero stanziali,<br />

costruirono i primi villaggi, e allora non più<br />

tutta la famiglia si spostava, ma solo il pastore.<br />

Nel sedicesimo secolo iniziò l’evangelizzazione,<br />

nel diciassettesimo la Bibbia venne<br />

tradotta in lingua sami e sul territorio sorsero<br />

le prime chiese. Avvenivano allora i grandi<br />

raduni di tutto il popolo in occasioni di fiere e<br />

di feste religiose, il Giorno della preghiera di<br />

autunno e di primavera, il Giorno di tutti i<br />

santi. Le famiglie accorrevano anche da molto<br />

lontano, dalla costa e dall’entroterra, si<br />

riunivano nelle città-chiesa e vi sostavano anche<br />

per più settimane in un clima di festa,<br />

come una grande vacanza collettiva desiderata<br />

ed attesa nella solitudine e nel buio dei<br />

lunghi inverni. Gli uomini andavano a caccia e<br />

a pesca, i giovani trascorrevano il tempo dedicandosi<br />

ai giochi , le donne stavano in casa<br />

intente ai lavori manuali o si recavano in visita<br />

a parenti ed amici.<br />

E in queste occasioni si celebravano i<br />

battesimi e i matrimoni, e anche i funerali. Si<br />

intonava allora il vuöllie, o yojk, il tipico canto<br />

che esprimeva la gioia al matrimonio ovvero il<br />

sentimento generale di dolore al funerale. Ad<br />

Arvidsjaur, nella Lapponia svedese , si può<br />

visitare la Lappstaden, la Città dei Lapponi, il<br />

più grande villaggio-chiesa sami che conserva<br />

più di ottanta capanne in legno dove alloggiavano<br />

le famiglie. Costruite con grossi tronchi,<br />

hanno la forma di un parallelepipedo con un<br />

tetto a piramide che richiama l’idea della tenda.<br />

Molto piccole e basse, erano facili da<br />

scaldare. Come nella tenda, al centro c’era il<br />

fuoco il cui fumo poteva uscire da un’apertura<br />

sul tetto, niente mobili ma corde e ganci dove<br />

attaccare gli abiti ed anche il cibo da affumicare.<br />

Oggi, nel villaggio ancora intatto, i Sami<br />

si riuniscono l’ultimo fine settimana di <strong>Agosto</strong><br />

per celebrare il grande raduno tribale, in una<br />

festa che li vede tutti insieme, convenuti da<br />

ogni parte del paese.

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