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L’uomo se ne scusò imbarazzato, disse che eraun’abitudine che aveva da tutta la vita quando siponeva delle domande e non trovava le risposte, mache in quell’occasione non aveva ritenuto di doverlofare.Lei allora disse che per il giorno del matrimoniole sarebbe piaciuto lo facesse, e in particolare le sarebbepiaciuto che leggesse quella lista di fronte atutti gli invitati.Lui acconsentì.Il giorno delle nozze, in chiesa, tutto fu perfetto.L’uomo indossava un bel completo blu scuro, lescarpe lucidate, i capelli pettinati a regola d’arte, labarba rasata di fresco. La donna portava unbell’abito lungo bianco, e un bellissimo bouquetpieno di fiori colorati uno diverso dall’altro. Anchei testimoni erano bellissimi. Tutto, insomma, era inperfetto ordine.Durante il pranzo i brindisi si susseguirono, leportate vennero servite senza alcun ritardo, la genteera felice.Poi, a un certo punto, a bassa voce la donnachiese all’uomo se potesse leggere la lista che gliaveva chiesto di scrivere per lei.L’uomo rispose di sì, si alzò dal suo posto e andòsu un palco dove suonava un simpatico musicistaungherese per accompagnare il banchetto, lofece smettere e, preso il microfono, chiese silenzio.