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moneta, lui allungò la mano, prese il gruzzolo, lomise in tasca e, dopo aver detto Buonasera e averfatto un mezzo sorriso, andò via, con i suoi quattrosacchetti, due per mano.E mentre andava via, e la ragazza alla cassaconteggiava le due Moretti e le baguette e mi dicevaFa 3 euro e 40, vuole anche un sacchetto? e io rispondevoSì, e cominciavo a riempire la borsa conquelle quattro cose che avevo comperato, ripensavoa quel signore lì. Cominciai ad immaginarlo quando,alla sera, cucina la cena con la tv accesa sul tg, enon ascolta le ultime notizie ma fantastica di quandoaveva vent’anni. Lo immaginai da solo, quietocome un respiro e contemporaneamente assortonella speranza che un giorno qualcuno o qualcosa loandasse a prendere. Lo immaginai in un appartamentoal quinto piano di un grande corso di Torino,con il cielo che ogni tanto smette di essere pienodi smog e lascia passare un po’ di luce pulita e dicolore come quando piove e l’azzurro torna a essereazzurro. Lo immaginai ridere, in una sera tranquillacon gli amici. Lo immaginai felice, mentre portava acena una donna conosciuta in ufficio qualche meseprima, e insieme ridere e mangiare una bistecca saporitacon le patate al forno e bere vino.Pagai, presi la mia merce.Lui era uscito, intanto, e chissà dov’era andato.Non sapeva che io, intanto, lo avevo osservato, mi