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fermato, il cuore il respiro i pensieri. Solo pochiminuti dopo mi sono resa conto che non aveva vistoIsotta. Non aveva visto sua figlia. Teresa era rimastaindietro, perché la bimba aveva perso una calzinae la balia era tornata indietro per ritrovarla.Ecco la guerra è finita, Diario. Ti scrivo a sera,nel giorno stesso in cui tutti lo urlano dalle finestree i ragazzini corrono per la strada.Un giorno importante per tutti. Anche per me.Sulla strada verso casa, mi sono dovuta fermaredi colpo. Ho sentito un dolore atroce e la sensazionedi dover spingere. Teresa se ne è immediatamenteaccorta e mi ha fatto accucciare in un prato.Sta partorendo, signora Amalia.Amalia, sono solo Amalia, non signora.L’aiuto io. Isotta, fai la brava, la mamma nonsta bene, piccola.Spingevo. Vomitavo. La strada era deserta. Teresavoleva che arrivassi fino alla villa ma io nonriuscivo neanche a risponderle e ho partorito lì,Diario, sul ciglio di una strada di montagna. Hopartorito una bambina, morta. L’avevo detto cheera una bambina. E volevo chiamarla Teresa.

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