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Ore 14.16 (meno due ore e trenta minuti circa al tuffo)Il sole invernale che batte sui vetri dell’auto mirallenta i pensieri. Cinque ore di lezione rendonoinnocua anche Milena. Per cinque ore lei non parla,urla. Si lamenta due o tre volte del mal di testa, poitace. E in questo silenzio come uno schiaffo in pienoviso è arrivata la sentenza: non. Non mi ricordopiù la tua voce. Ho respirato a fondo e ho ripassatotutti i fotogrammi, ma niente. Eri sempre in playback.Poi come d’istinto avrei voluto prendere il telefonoe dirti “No, non voglio parlare con la mamma!Ho chiamato per sentire te”. Domani è il tuo compleanno.Che senso ha il 25 novembreNovembresenza un maglione da regalarti? Certo, con la zip o ibottoni, niente colli alti che poi ti senti oppresso. Ituoi occhi azzurri di bimbo, sgranati tra regali edolci al miele cotto. Non me la ricordo. Non ricordola tua voce. E mi manchi.Oltre la 106 serve una carezza sul viso, non bastail mare.Oltre la 106 c’è un vento amaro. E non sa di te.Ore 16.27 (meno venti minuti circa al tuffo)Sono in perfetto orario e non capisco perchécorro. Non cammino quasi mai. Corro. E se ho