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sulla propria vecchia automobile, sia perché nonsapeva stare a oziare, sia perché in quel progetto ciaveva sempre creduto e voleva vedere di personacosa potesse succedere una volta che la sua creaturafosse stata tolta dalla bambagia della cattività e gettatanella giungla del traffico reale.Era un autista ligio alle regole della circolazione,ma il limitatore ebbe comunque un certo effettosulla sua guida. Approssimandosi a un semaforogiallo, ad esempio, rallentava l’auto prima di quantoavrebbe fatto di suo. E poi non c’era proprio versodi superare i limiti di velocità o di cambiare corsialaddove non fosse consentito. Peraltro, il dispositivosi comportava in modo fantastico anche in presenzadi violazioni altrui, provvedendo a limitareopportunamente la velocità in situazioni di pericolo,a spostarsi di quel tanto che bastava a evitarepossibili collisioni, a segnalare attenzione con opportunicolpi di clacson e così via.Ma c’era dell’altro, ben più importante. Qualcosache rivoluzionò il mondo intero, non soloquello delle automobili. Qualcosa che fece di BartolomeoSacco l’eroe che oggi tutti ricordiamo e chefesteggiamo ogni 23 agosto.“Il 23 agosto è quando andiamo al raduno deinautilus, ogni anno in un posto diverso e poi simangia tutti insieme e la notte restiamo fuoridall’acqua a vedere i fuochi d’artificio?”