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Quel commento sul piercing del giovanottomi aveva convinta, vista la sua allegria, a sottoporleil mio argomento. Durante una mia esposizionea Roma si era avvicinato un uomo, pressappocodella mia età, che mi aveva confessatodi essere un ammiratore dei miei quadri e di esserevenuto all’inaugurazione per incontrarmi.Nonna si era subito rabbuiata e, interrompendomi,aveva commentato bruscamente che gliammiratori andavano tenuti a distanza. Io avevotroppa urgenza di raccontarle e continuavo aparlare, senza prestare troppo ascolto alle sueparole.Non mi è mai successo, nonna, nemmenocon Mario, le avevo confessato. Mi sono vista riflessanei suoi occhi e non mi ero mai accortache ci si potesse vedere riflessi negli occhi di unaltro. È un famoso notaio di Roma, AlbertoGiacomelli, forse lo hai sentito nominare. Non cisiamo detti nulla di particolare, nonna. I suoiocchi azzurri però mi leggevano dentro. Mi sentivoin pace e il caos del vernissage era ovattato,come quando si nuota in piscina. La sera stessami è arrivato a casa un fiore di magnolia. Bianco,vellutato. Sul biglietto c’era scritto solo Mimì.Non ho avuto dubbi che fosse di Alberto. Ancheperché mi aveva salutato, chiamandomi così. Lasua dolcezza mi ha colpito.La nonna era accigliata e il suo sguardo simisurava con la tazza del tè. Mi aveva interrotto