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“Questo jeans e il maglioncino verde.”“Anna, così vestita ci vai al call center. E lescarpe? Ti aiuto io.”“Sì, ma vestiti. Prenderai freddo.”“Non ho freddo, ma ti accontento solo perchévedo che non sei a tuo agio. Poi ne riparleremo.”Inizio a chiedermi se davvero i nostri segni sianocosì affini, io inizio a trovarla indigesta e cerco dipensare a una scusa last minute per starmene a casa.“Anna, non ci pensare nemmeno,” mi dice, comeintuendo cosa stia mediando di fare.“Cioè?”“Cioè che mi vuoi scaricare. Vedrai che ti divertirai.A Pigneto ci vengo vestita, tranquilla.”Ora sono io che rido.“Anna, tu sei bella ma non lo sai.”“Io bella!? Non prendermi in giro. Tu sei bella,non io.”“Vedrai che stasera tu non torni con me.”“Può essere, se vedo che si fa troppo tardi, miprendo un taxi.”“Non fare finta di non capire: tu hai bisogno diricominciare a vivere.”A questo punto rimango in silenzio, ho paurache Stella voglia iniziare a parlare della mia fuga.Lei invece, come Mattia, non domanda, agiscesolo per farmi alleggerire i pensieri.“Inizia dallo scrub, io ogni volta che me lo facciosto subito meglio.”Tra me e me penso che ci voglia più di uno

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