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A sentirlo parlare così mi sembrava un altro. Perònon si è tirato indietro quando l’ho abbracciato. Cinascondiamo sempre sulla riva del fiume Stura e ciamiamo. Il tempo si ferma, la guerra si ferma, siamosolo noi. Potremmo essere ovunque, potrebbe esserecaldo o freddo. Ci siamo solo noi, i nostri corpi nudi.L’ultima volta che ci siamo visti, ho sentito unpeso alla pancia. Forse perché Piero mi ha detto checon l’inverno e la neve sarebbe stato difficile incontrarci.Ala di Stura, 5 gennaio 1944Caro Diario,non ti ho più scritto, anche se in questi due mesidi fatti ne sono successi. E importanti.Piero aveva ragione, non siamo più riusciti a vederci,non sapevo neanche dove cercarlo, non potevoscrivergli nemmeno a Torino, avevano interrottotreno e corriere. Sembrava tutto interrotto, mentreper me iniziava qualcosa.Tutte le mattine vomitavo e non avevo più le mieperdite da un po’. Luisa si è insospettita nel vedermivomitare e mi ha fatto visitare da un medico di Ala diStura, un signore con i capelli bianchi che sembravecchio. Lo incontravo tutte le mattine quando venivoa consegnare i vestiti qui ad Ala di Stura. Mi ha

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