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4Ed eccolo lì Mattia, con i suoi trent’anni, il suotatuaggio sul collo e la sua nuova auto, che, a dettadi tutti – tranne la sottoscritta – è stata un affarone.Ed ecco me con tremila euro in tasca e l’incapacitàdi sentire insoddisfazione per quei duemila euromancanti.“Mattì, non è che posso appendere un annuncionella copisteria dove stai tu? Cerco lavoro.”“Come no!? Che fai te?”“In che senso?”“Cosa sai fare?”“Non lo so.”“Annamo bene, Annarè.”“Ero sposata e mi occupavo della casa, poi sonoscappata,” non so perché glielo stia raccontando,ma è questo il mio unico alibi davanti alla mia disabilitàalla vita.“Ecco dove ti avevo vista! No, vabbè non cecredo! Sei tu, sei la moglie di quel...”“Sono Anna, non sono la moglie di nessuno!”esplodo io, mentre gli volto le spalle.“Scusa, Annarè, non volevo. Scusa...” sento dirglimentre giro l’angolo.“PortaPortese, sì devo comprarmi proprio PortaPortese,”e mentre lo sfoglio mi rendo conto dinon avere più un cellulare, un numero telefonico. È