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aromatiche e di bagnoschiuma era andata via. Luipassò davanti la ragazza alla cassa, che lo salutò dicendoBuonasera, ha la tessera? e lui, poggiando isacchetti di tela al fondo del ripiano dove la merceviene fatta scorrere dopo esser stata conteggiata,prese dalla sua giacca nera un portafogli marrone,lo aprì, e rispose Buonasera, sì eccola qui, lo dissecon una voce calma, flebile, quasi tremolante maadulta e piena di anni. Le porse la tessera del supermercatoe la ragazza alla cassa la passò sul lettore,poi gliela ridiede e lui ripose il portafogli da dovel’aveva preso. Mentre prendeva la tessera dallemani della ragazza alla cassa, gli avevo guardatol’anulare sinistro. Non portava la fede.Poggiai le mie due Moretti e le baguette sul nastrotrasportatore che intanto aveva cominciato ascorrere, e lo riguardai. La sua giacca nera dellaKappa era pulita e senza vezzi. Indossava dei jeans asigaretta e scarpe arancioni, come quelle da joggingche comprano gli adulti quando vanno a fare comperela domenica pomeriggio, da soli, cercandoun’occasione da non spendere molto.Sempre calmo e metodico, disfò il nodo di unodei sacchetti e cominciò a riporci dentro la merce,prima i sacchetti di insalata e la frutta, poi il sacchettofu pieno, allora aprì l’altro – quello avorio –e ci mise dentro lo yogurt e le lattine di Dreher e icereali, poi si rivolse alla ragazza alla casse chiedendoMi da due sacchetti, per cortesia? e lei risposeDue sacchetti? e io pensai che a volte si ri-

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