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stamento del proprio veicolo fosse opera di Sacco.“Che cazzo fai!?”“Non ha sentito il clacson? Mi ha chiuso, colsuo parcheggio scriteriato!”“Che scriteriato e scriteriato… Un minuto sonstato! Fai tutto ’sto casino… Ma io ti gonfio!Guarda che m’hai combinato alla macchina…”“Veramente è lei che ha combinato il casino.Lei e l’abitudine incivile e troglodita di parcheggiarein doppia fila!”“Incivile” forse avrebbe potuto passare, ma allapronunzia del termine “troglodita” gli occhidell’omone si fecero di fuoco. Non che ne conoscesseil significato, ma per principio non permettevaa nessuno di usare nei suoi confronti paroleche suonassero come martellate nelle gengive.Bartolomeo non aveva esattamente paura, perònon fu contento di vederselo arrivare contro con laveemenza di un toro infastidito dai picadores e con,più o meno, pari eloquio.Ancora una volta agì d’istinto. Alzò il braccio,semplicemente. Non serrò neppure la mano in pugno.In realtà l’omone fece tutto da sé: si precipitòcol naso proprio contro le nocche della mano apertadi Bartolomeo, che, sorretta dalla stessa forza diprima, non arretrò di un centimetro mentre, l’entitàdell’arretramento della mascella del gigante tendenteal troglodita fu di diverse decine di centimetri.E il movimento arretrante fu accompagnato dalcrepitio di ossa che, qua e là, andavano in frantumi.

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