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duta per le scale. L’uomo mi ha aiutato ad alzarmi eha avvicinato una sedia per farmi sedere. Poi è salitoanche lui verso la camera del dottor Martini.Qui non c’è niente!, ha urlato uno. E sono usciti.Fuori era ormai buio. Lisabetta ha chiuso la porta allameno peggio. Teresa è uscita con Isotta in braccio,era sconvolta e ripeteva sommessamente: Quando finiscequesta maledetta guerra? Quando finisce?Mi sono sincerata che la mia Isotta fosse tranquilla.La piccina mi ha teso le braccia e mentre sentivoche balbettava “mamma” la mia vista si è offuscatae sono svenuta.Questa mattina mi sono ritrovata a letto con undolore forte al basso ventre.Quando è entrata Teresa non le ho detto nulla.Volevo andare in paese e cercare di capire cosa stessesuccedendo.Le ho chiesto di preparare Isotta per la passeggiata,saremmo uscite subito, un po’ d’aria e di soleavrebbe fatto bene sia a me sia alla bambina, avrebbeaiutato a riprendermi dallo spavento.Solo la cameriera Lisabetta – che mi ha visto caderedalle scale – mi è sembrata preoccupata, ma nonè intervenuta.Ho battuto la pancia, ecco perché ho questo dolore.Camminando verso il paese Teresa mi ha dettoche probabilmente cercavano scritti contro il fascismoper usarli contro il dottore, adesso che èstato chiamato a Roma. Quella donna mi sorprende