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3Mi tremano le mani, richiudo il diario... il diariodi mia nonna, richiudo la scatola e mi guardo intorno.La casa è in perfetto ordine. Sono certa che ilmerito sia di mamma. Le imposte sono aperte, laluce di un sole prepotente rende ancora più tristi lestanze.Non ho il coraggio di entrare nella camera daletto dove c’è la grande foto dei nonni alla consegnadi un premio. L’unica immagine, qui in casa, di tuttii loro film, successi e spettacoli. Lei amava quelloscatto per il sorriso rassicurante di lui. Non ho bisognodi entrare in camera per ricordarla: nonno,tanto più alto, le cinge la vita con delicatezza; lei hala testa lievemente inclinata, appoggiata alla suaspalla, indossa un abito rosso scuro, che ricordo diaver visto nel suo armadio, quando mi permettevadi sbirciare. Accanto alla foto, c’è un mio quadro, incui il Tevere scorre placidamente sotto gli occhi diRoma e sull’acqua scivola un’imbarcazione. NonnaAmalia ha sempre amato i fiumi.Mi affaccio sulla soglia della camera: è in penombra,il letto è stato disfatto.La stanza, arredata in maniera semplice, è quasivuota. Le cose che servono si contano sulle dita diuna mano, diceva. Se hai vissuto la guerra, ti accorgiche c’è ben poco d’indispensabile.