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I saggi al bar erano sconvolti. La Giovanna andavain autostrada. Suo marito no, stava a casa. Sonmica scemo, diceva lui.La Giovanna si fa aiutare da dei parenti a metterela macchina da cucire sulla Seicento e passadalla piazza a bere il caffè prima di partire. Il paeseè tutto riunito per la punzonatura e il via. La salutanocome se non dovessero rivederla mai più. Addio,addio. C’è il sindaco con la fascia, il prete dinascosto le dà l’estrema unzione. Non c’è un climadi gran fiducia.L’Omero, uno dei saggi, fa un tentativo: Giovanna,se vuoi guido io. No Omero, grazie, dice laGiovanna, sei gentile ma non ti faccio guidare, seicieco. Omero ci rimane un po’ male, lui sa per certoche le avrebbe salvato la vita, si gira e ribalta duetavolini del bar della Ida.La Giovanna parte, il paese sventola i fazzoletti.Quando la nuvola di polvere si abbassa c’è un silenzioche sembra di essere in mezzo ai campid’inverno alla mattina presto. Tutti si guardano.Si dan l’appuntamento per le sette di sera, chela Giovanna, se tutto va bene, dovrebbe arrivare aquell’ora lì e loro sono un po’ in pensiero. Primache vadan tutti via da un tavolino del bar della Idaun saggio col giornale dice agli altri: vè, hai vistoqua? I russi han mandato un cane nello spazio.L’Omero guarda l’orizzonte, senza vederlo. Si giraverso gli altri saggi. Il volto gli si illumina.

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