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consolarmi – anche i miei genitori si sono sposatigiovani. Facevano l’ultimo anno di università, studiavanomatematica. Ma di certo non avevano diciassetteanni.Il diario di Amalia risveglia i miei ricordi: le nostrestorie sembrano simili. Leggendo il diario scoprodettagli che non conoscevo del suo amore conPiero. Abbiamo vissuto lo stesso ardore. I loro amplessimi ricordano i nostri, amore intenso e pungentecome solo gli adolescenti sanno dare. Scoproche mia nonna ha partorito, come me, a diciassetteanni. Non avevo mai riflettuto sul percorso così similedelle nostre vite. Non avevo mai calcolato itempi. E non ricordo che nonna abbia mai nominatoPiero davanti a mia madre.Io, così felice e orgogliosa dei momenti che midedicava, non facevo mai parola con nessuno dellesue storie.Voglio proseguire la lettura del diario e al tempostesso fermarmi.Ora capisco l’ardore dei suoi occhi nella scena,mai visto nella quotidianità. Capisco le sue maniappassionate nei film. Come buttava indietro la testae il pubblico sospirava. La sua forza nel portarein scena il grande amore. E il dolore, anche il dolore.Lei che non piangeva quasi mai. L’ho vista in lacrimeuna volta sola, mentre prendeva in braccioFrancesco. Aveva un anno e non lo vedeva da quasitre mesi, era stata in Francia per un film. Ha i riccioli,aveva detto, e si era messa a piangere. Lacrime