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sono di nuovo incinta, ovviamente questa volta deldottor Martini. Sono quasi certa che sia una bambina.Se così fosse, vorrei chiamarla Teresa.Il secondo è che ho sentito dire che la guerra staper finire, stanno venendo ad aiutarci. Avevo iniziatoa scrivere questo diario raccontandoti che ottengosempre tutto quello che voglio. E ora desidero unasola cosa: Piero vivo. Vivo. Diario, mi importa soloquesto. Non di vederlo, ma che sia vivo.Grazie alle nausee mattutine, adesso mi è concessodi fare passeggiate più lunghe perché l’aria midà sollievo. Posso superare la piazza e proseguire perla strada delle ville. Non posso fermarmi a parlarecon nessuno, ma inizio a riconoscere qualche viso. Datempo non ho più visto, invece, il regista e me ne dispiaccioperché il nostro saluto era diventato unaconsuetudine gradevole. In queste passeggiate piùlunghe, Teresa ha iniziato a parlare con me, anche seè di poche parole. Ha dieci anni più di me, pensavofosse più vecchia. È lavandaia e ha accettato il lavoroda balia perché il dottore ha salvato la vita a suo padre.Dall’esercito l’avevano rimandato a casa per unaferita alla gamba che non si rimarginava mai e luigliel’ha amputata salvandolo, tanto che ora può occuparsianche delle bestie. È sposata con un pastore diMartassina, che è scomparso da un anno.Mi chiedo perché per gli uomini sia così facilesparire. Vorrei farlo anch’io. Ma la cosa importante èquesta, mi ha detto che probabilmente il marito staper tornare a casa, perché sono rientrati dei suoi ami-