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qualità e certificazione nella filiera del legno la catena ... - Innovazione

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Fenomeni di illegalità, infine, si riscontrano talvolta anche in Paesi di grande tradizione forestale, che fanno <strong>del</strong>leforeste una risorsa economica di primaria importanza. In Fin<strong>la</strong>ndia, ad esempio, alcune imprese <strong>del</strong> settore pasta-cartasi servono di materia prima proveniente dall'abbattimento di foreste primarie <strong>del</strong><strong>la</strong> Lapponia settentrionale,in vio<strong>la</strong>zione alle leggi ambientali fin<strong>la</strong>ndesi . Altri palesi casi di deforestazione e di pratiche forestali il-4legali si sono riscontrati <strong>nel<strong>la</strong></strong> Columbia Britannica (Canada), ad opera di numerose imprese, con conseguenze ambientalie sociali gravissime. Si stima che l'abbattimento sia quasi raddoppiato negli ultimi 20 anni, passando dameno di 40 a più di 70 milioni di metri cubi l'anno (Ministero <strong>del</strong>le Foreste Canadese, cit. Heaps 2003), mentre nellostesso periodo l'industria forestale ha diminuito il suo contributo all'economia <strong>del</strong><strong>la</strong> provincia <strong>del</strong><strong>la</strong> metà, da più<strong>del</strong> 10% a circa il 5 % (Heaps, 2003)Con riferimento al<strong>la</strong> questione dei diritti umani, un aspetto partico<strong>la</strong>rmente importante riguarda <strong>la</strong> protezionedei diritti sul<strong>la</strong> proprietà e l'uso <strong>del</strong><strong>la</strong> terra: in numerosi Paesi le popo<strong>la</strong>zioni locali si scontrano con enti esterni (imprese,governi, etc.) per <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> dei propri diritti sul<strong>la</strong> terra ereditata dagli antenati. In altri casi, le attività forestaliillegali ed il conseguente commercio di legname si accompagnano ad altri traffici (es. coca, oppio etc.), nonultimo quello <strong>del</strong>le armi. Ci sono prove evidenti di numerosi casi nei quali i proventi derivanti da azioni illegali disfruttamento forestale siano stati destinati all'acquisto di armi od al finanziamento di milizie armate (tra gli altri:Liberia, Cambogia, Birmania etc.), così come non mancano le evidenze <strong>del</strong>l'impiego di strade forestali, navi da caricoed altri mezzi impiegati dall'industria <strong>del</strong> <strong>legno</strong> per il compimento di traffici illegali (armi, droga, prodotti <strong>del</strong>bracconaggio).L'importanza economica e commerciale <strong>del</strong>l'intera <strong>filiera</strong> foresta-<strong>legno</strong> è, tuttavia, innegabile, anche per lo sviluppoo <strong>la</strong> sopravvivenza stessa di molti Paesi, così che trascurar<strong>la</strong> sarebbe impossibile. Su base annua dalle forestemondiali vengono prelevati circa 3,4 miliardi di metri cubi di legname di varia tipologia e di differenti dimensioniper un valore complessivo stimato in 400 miliardi di US$. Tale valore equivale indicativamente al 2% <strong>del</strong> PILmondiale. Il commercio internazionale interessa, in volume, circa il 6% dei prelievi di legname ad uso industrialeed il 25% di tutti i prodotti <strong>legno</strong>si e rappresentando il 3%, circa, <strong>del</strong> volume globale degli scambi commerciali.Negli ultimi 30 anni il volume di prodotti <strong>legno</strong>si commercializzati é triplicato, evidenziando un forte crescitasoprattutto per i prodotti a maggior grado di <strong>la</strong>vorazione (Pette<strong>nel<strong>la</strong></strong>, 2005).L'esigenza, pertanto, è quel<strong>la</strong> di coniugare interessi di natura ambientale, sociale ed economica, così da garantire,mediante una corretta gestione <strong>del</strong>le risorse naturali, il pieno soddisfacimento di tutti.Al<strong>la</strong> luce di questa situazione l'attenzione dei governi e <strong>del</strong><strong>la</strong> società civile si è rivolta in maniera crescente, sindal<strong>la</strong> metà degli anni ottanta, al<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> <strong>del</strong>le risorse forestali mondiali, a partire da quelle tropicali, più direttamenteed intensamente minacciate dalle attività antropiche. In un crescente “ clima di timori per <strong>la</strong> perdita di risorsegenetiche e per l'immissione di carbonio in atmosfera, e di sfiducia nelle capacità di controllo e rego<strong>la</strong>zione<strong>del</strong>lo sfruttamento da parte <strong>del</strong>le autorità locali ” (Cafiero e Pette<strong>nel<strong>la</strong></strong>, 1998) è andata sempre più trovando consensil'idea che “ il problema <strong>del</strong>le foreste sia uno dei maggiori problemi ambientali a livello mondiale” (Fasser,1996).Ne sono scaturite diverse iniziative, dalle azioni intergovernative (Summit di Rio de Janeiro <strong>del</strong> 1992, InternationalPanel on Forests, Intergovernmental Forum on Forests, Processi di Helsinki, Tarapoto, Montreal etc.), alleazioni di boicottaggio (es. prodotti tropical free), ad altre azioni <strong>del</strong><strong>la</strong> società civile (es. iniziative di gruppi ambientalisti).È in questo scenario che è andata affermandosi <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestale, come strumento per favorire<strong>la</strong> buona gestione e <strong>la</strong> valorizzazione <strong>del</strong>le foreste e dei loro prodotti in tutto il mondo. Il primo schema di <strong>certificazione</strong>ad imporsi sul<strong>la</strong> scena internazionale (1993) è stato il Forest Stewardship Council, FSC, che a differenzedi altre iniziative più o meno contemporanee, è nato “dal basso”, ovvero da una base civile, non governativa,che ha visto <strong>la</strong> partecipazione e <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di numerosi e diversi attori coinvolti nel processo di tute<strong>la</strong><strong>del</strong>le foreste e di supporto al<strong>la</strong> gestione forestale sostenibile. Nel 1994 sono stati approvati ufficialmente i 9 Principi& Criteri di buona gestione forestale <strong>del</strong> FSC, ai quali se ne è aggiunto un decimo, nel 1996, dedicato alle piantagioni.Sul<strong>la</strong> scia <strong>del</strong>l'esperienza <strong>del</strong> FSC si sono susseguite anche altre esperienze ed iniziative di <strong>certificazione</strong> foresta-4Oltre all'enorme danno ambientale prodotto dalle operazioni di taglio a carico <strong>del</strong>le foreste primarie <strong>del</strong><strong>la</strong> Lapponia, deve esseresottolineata <strong>la</strong> portata sociale di queste pratiche. Le foreste primarie <strong>del</strong><strong>la</strong> Fin<strong>la</strong>ndia sono essenziali per l'unico popolo indigeno (secondo<strong>la</strong> definizione ONU) d'Europa, i Sami, <strong>la</strong> vita dei quali si basa sull'allevamento <strong>del</strong>le renne che, durante <strong>la</strong> stagione invernale,possono sopravvivere so<strong>la</strong>mente brucando i licheni che crescono sotto <strong>la</strong> copertura <strong>del</strong>le foreste primarie. Contro queste attività ditaglio, i Sami hanno fatto ricorso al Tribunale Centrale Fin<strong>la</strong>ndese che, nell'ottobre 2005 ha ordinato alle compagnie forestali di interromperele operazioni. Il governo fin<strong>la</strong>ndese, tuttavia, continua a rifiutarsi di eseguire <strong>la</strong> sentenza (Greenpeace, 2005).20

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