12.07.2015 Views

Guido Morpurgo-Tagliabue e l'estetica del Settecento - SIE - Società ...

Guido Morpurgo-Tagliabue e l'estetica del Settecento - SIE - Società ...

Guido Morpurgo-Tagliabue e l'estetica del Settecento - SIE - Società ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Nelle opinioni espresse da Calepio si avverte ben più di un’eco <strong>del</strong>leteorie esposte da Du Bos nelle sue Réflexions critiques sur la poésieet la peinture, uscite in prima edizione nel 1719. L’idea che il gustonon fosse una facoltà intellettuale, ma andasse invece avvicinato alsenso, non era <strong>del</strong> tutto nuova; ma Calepio aveva il merito di fare esattamentequello che Ettorri e Muratori, e tanti altri con loro, non avevanofatto, ossia comprendere che la natura <strong>del</strong> gusto era una naturaproblematica, e mantenere aperta la discussione su di essa. La posizionesensualistica, adottata da Calepio, sia pure con qualche cautela econ qualche consapevolezza <strong>del</strong>le difficoltà in cui una posizione puramentesensualistica si avvolge (difficoltà speculari a quelle cui va incontrola posizione intellettualistica, così bene stigmatizzata da Calepionella sua corrispondenza con Bodmer) si sarebbe rivelata feconda,proprio perché avrebbe stimolato ulteriori riflessioni, per esempio proprioin Bodmer e nel suo sodale Breitinger 19 .<strong>Morpurgo</strong>, dicevamo, comprende certamente l’importanza di Calepionello sviluppo <strong>del</strong>le idee sul gusto. Dopo aver notato che lo stessoGian Vincenzo Gravina rimane lontano da un’estetica <strong>del</strong> sentimento,aggiunge: «Perché quel tema diventi l’argomento fondamentale <strong>del</strong>problema <strong>del</strong> gusto, è necessario che la questione <strong>del</strong>l’emozionalità<strong>del</strong>l’arte […] venga imposta dagli Inglesi (Dennis, Addison) e sviluppatae divulgata dal Du Bos. Soltanto allora se ne avrà un’eco in Italia,e qualche cosa di più di un’eco, negli scritti di Calepio. Questi perun lato reinterpreterà (e in modo singolare) Aristotele sulla base <strong>del</strong>lateoria <strong>del</strong>le passioni (molto prima di Lessing), e d’altro lato formuleràuna distinzione <strong>del</strong> gusto (sentire) dal giudicare (discernere) chesta al livello <strong>del</strong>la più acuta critica europea. Ma il Calepio, tanto stimatodagli stranieri suoi contemporanei, era un isolato in patria». Tuttavia,pur tributando a Calepio un riconoscimento che non ha quasi riscontrinel suo libro («Il problema <strong>del</strong> gusto, che era nato in Italia nelSeicento, deve quindi essere reintrodotto dall’estero in Italia nel <strong>Settecento</strong>.E a parte il Calepio, il quale ne dà una notevole, benché episodica,trattazione, soltanto qualche mediocre accenno se ne troverànegli anni prossimi» 20 ), <strong>Morpurgo</strong> non si sofferma su di lui, e gli dedicauno spazio minore di quello che concede ad autori che pure, persua esplicita ammissione, hanno posizioni meno interessanti di quelledi Calepio.La spiegazione di questo comportamento non è nulla di misterioso,e va rintracciata nella curiosa vicenda <strong>del</strong> testo <strong>del</strong>le lettere <strong>del</strong>lostudioso bergamasco, che ha reso per lungo tempo estremamente difficileun’esatta cognizione <strong>del</strong>le sue vedute sul gusto. La corrispondenzatra Calepio e Bodmer intorno al concetto di gusto venne edita dallosvizzero in un libricino <strong>del</strong> 1736, Briefwechsel von der Natur des poetischenGeschmacks, nel quale, accanto alle proprie lunghe risposte,44

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!