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Guido Morpurgo-Tagliabue e l'estetica del Settecento - SIE - Società ...

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ica fra Muratori e il “Barocco moderato”, postulata da <strong>Morpurgo</strong>-<strong>Tagliabue</strong>. Quel che intendiamo tuttavia verificare, seppure necessariamentedi scorcio, è se realmente nella riflessione “estetica” di Muratorisi trovi un orizzonte di questioni distinto da quello proprio <strong>del</strong> Barocco,o se invece, giusta la supposizione di <strong>Morpurgo</strong>-<strong>Tagliabue</strong>, le stessedomande ritornino, ma francamente senza più la stessa freschezza ele stesse aperture sistematiche.Mi accontenterò qui di anticipare due aspetti <strong>del</strong> problema, cheauspico possano acquistare la loro giusta collocazione alla luce <strong>del</strong>leconsiderazioni che seguiranno. È evidente come Muratori ponga alcentro <strong>del</strong>la propria riflessione sulla natura <strong>del</strong>la poesia l’indagine suirapporti fra retorica e logica: in modo più specifico ricorderemo cheMuratori, come ha convincentemente dimostrato Eraldo Bellini 4 , riprendein funzione polemica le posizioni <strong>del</strong>la Difesa di Dante di IacopoMazzoni, riallacciandosi in modo piuttosto puntuale alle critichead esse opposte da Tasso. Questo è per eccellenza un problema deiteorici <strong>del</strong> Concettismo, e diventa un problema capitale <strong>del</strong> <strong>Settecento</strong>solo se investito di una funzione chiarificatrice sul sistema complessivo<strong>del</strong>l’estetica. Ebbene, laddove il Concettismo si sforzava tramite l’indaginedei rapporti fra retorica e dialettica di individuare un nuovo spazioteorico per il discorso acuto, svolgendo così un’insostituibile funzionepropulsiva per la nascente coscienza estetica moderna e per lacostruzione di uno spazio teorico-disciplinare inedito 5 , Muratori, controgli eccessi <strong>del</strong> Barocco, si prefigge di determinare la natura <strong>del</strong>lapoesia distinguendola dalla «facoltà sofistica» e affermando che essainvece «dee più giustamente collocarsi colla dialettica e colla retorica»,avendo poi come proprio fine specifico quello di arrecare insieme utilitàe diletto 6 . In che senso si potrebbe attribuire una funzione innovativaa un simile impianto e riconoscere in esso un’apertura ai problemi<strong>del</strong> nuovo secolo? Connesso a tale questione è però, ed è addiritturapreventivo, un accertamento relativo alle funzioni e agli indirizzidi fondo che si intendono riconoscere al pensiero concettista: allorchéMuratori afferma che «sempre la meraviglia è congiunta coll’imparare»,così ponendo la poesia «su di un fondamento conoscitivo» 7 , ciòcontraddice quella estetica barocca <strong>del</strong>la meraviglia che trae originedalla «forza <strong>del</strong>l’ingegno <strong>del</strong> poeta che riusciva con associazioni metaforichea disorientare il lettore» 8 , o piuttosto ne ripete le più tipichemovenze, se è vero che il Barocco rende funzionale anche quel disorientamentoal piacere e all’apprendimento, in accordo con il motto<strong>del</strong>l’imparare godendo 9 ?Venendo poi a sfiorare la gigantesca questione <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>la retoricanel sistema <strong>del</strong>l’estetica 10 , è noto che <strong>Morpurgo</strong>-<strong>Tagliabue</strong>, aconclusione <strong>del</strong> suo studio sull’aristotelismo barocco, afferma che laretorica finisce insieme con il Barocco nel momento in cui si conclu-48

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