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Guido Morpurgo-Tagliabue e l'estetica del Settecento - SIE - Società ...

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Un marziano in esteticadi Luigi RussoChi ha conosciuto <strong>Morpurgo</strong>-<strong>Tagliabue</strong> sicuramente lo ricorda comeuna persona molto fine, molto sensibile, arguta e spiritosa, ancheuna sorta d’esempio antropologico, pensando a come ha gestito in manieradisinvolta, addirittura simpatica il deficit che subì alle corde vocali.Diciamo sommariamente – per chi non lo ha conosciuto – che fuuomo di sensibilità e signorilità d’altri tempi. Quello che invece direttamenteci riguarda è però capire le modalità con le quali siffatte qualitàabbiano alimentato, in apparenza in modo contraddittorio, la suapersonalità di studioso. Non è facile capirlo, e io – e non oggi ma finda quando ci siamo conosciuti oltre trent’anni fa – mi ci sono impegnatotante volte senza successo. Finché ho trovato la formula che viho proposto in quest’occasione, che mi sembra calzante, anche se sulleprime può suonare un po’ strana: <strong>Morpurgo</strong>-<strong>Tagliabue</strong> era uno scienziatomarziano sceso a studiare il pianeta Terra.È a partire da quest’alienità che, secondo me, si arriva a comprendereil suo sovrano distacco dinanzi ad eventi, persone, fatti di studio,dinamiche scientifiche, rapporti accademici. Non era, insomma, unuomo insensibile e indifferente al vivere civile, un essere alienato dallerealtà <strong>del</strong> mondo e dai codici comuni di comportamento, non era, percosì dire dis-umano, possedeva invece una differente natura: era unalieno capitato sulla Terra. Per fortuna, nostra oltre che sua, aveva unagrande simpatia per il popolo che aveva scelto di studiare e presso cuiaveva preso a vivere, e riuscì ad appartenere a questo popolo, a decifrarnele formæ mentis con un mimetismo assoluto, per cui venivascambiato per un terrestre.Entrai in contatto con <strong>Morpurgo</strong> giovanissimo, con i primi articolettiche, come usa, si mandano agli studiosi autorevoli – siamo nellaseconda metà degli anni Sessanta – e lui rispose gentilmente, comeusa, con le solite due righe d’apprezzamento e d’augurio. Poi lo incontraiinopinatamente alla fine di quel decennio, e scoprii appunto l’alieno.Ci trovammo accomunati in una strana operazione politico-accademico-concorsuale,un convegno d’estetica <strong>del</strong>lo spettacolo messo su inmaniera improvvisata da un Maggiorente per fini di bassa cucina accademicae <strong>Morpurgo</strong> era stato, chiaramente, invitato a fini d’adozione7

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