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Guido Morpurgo-Tagliabue e l'estetica del Settecento - SIE - Società ...

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Si apre qui il problema teoretico <strong>del</strong> giudizio di gusto, che è quelloche interessa <strong>Morpurgo</strong> in questa fase <strong>del</strong>la sua ricerca. Si tratta di ungiudizio intuitivo in cui «sensibilità e intelletto (per usare il lessico<strong>del</strong>l’epoca) si mescolano e interagiscono» 11 . Se considerato rigorosamentein questo modo il “giudizio di gusto” diventa il luogo proprio<strong>del</strong>l’esperienza estetica, luogo in cui si dice nello spazio <strong>del</strong> logos ilplesso espressivo mente-corpo; ispezionarne la struttura sarà allora ricercarele ragioni fondanti <strong>del</strong>l’estetica. Ora per comprendere la propostadi <strong>Morpurgo</strong> sul punto cruciale <strong>del</strong> giudizio di gusto ci si deverivolgere al saggio Gusto e Giudizio <strong>del</strong> 1962 12 e ad altri saggi coevi,quali almeno Significato e valore (1961) 13 , Asserzioni e valutazioni(1962) 14 , Fenomenologia <strong>del</strong> processo semantico e struttura dei linguaggiartistici (1962) 15 , Fenomenologia <strong>del</strong> giudizio critico (1963) 16 , per giungereal saggio teoretico conclusivo (che è anche luogo di transito aisuccessivi sviluppi) di questa fase <strong>del</strong>la riflessione, L’esperienza estetica<strong>del</strong> 1967 17 . Non posso analizzare questi saggi in dettaglio; mi limitoa far emergere quelli che mi sembrano i punti notevoli e a mio avvisopotenzialmente fecondi <strong>del</strong>l’analisi condotta da <strong>Morpurgo</strong>. Riassumoin tre punti l’essenziale:1 – il giudizio di gusto è un giudizio “singolare” o “individuale”che si differenzia sia dal giudizio “rettorico” (il quale «dichiara la presenzadi una proprietà o funzione y in un soggetto x. Così si predicavae si predica l’unità, la verosimiglianza, la claritas, la proporzione, etc.di un’opera d’arte» 18 ), sia dal giudizio categoriale (o “estetico”, che«può essere assimilato a un giudizio estensionale, di appartenenza auna classe o insieme [...] Non si dirà più, rettoricamente, che un’operaè dotata di espressività, ma che è intuizione-espressione, ossia che rientranella classe determinata da quella categoria gnoseologica» 19 ). Possiamosubito notare che il giudizio di gusto esprime una modalità particolare<strong>del</strong>l’esperienza estetica, poiché anche giudizio rettorico e giudiziocategoriale o “estetico” sono modalità proprie di tale esperienza.La particolarità consiste in ciò:2 – il giudizio di gusto in quanto giudizio singolare è un giudizioin cui classe ed esemplare coincidono («parliamo di una classe di unsolo esemplare, perché essa ha per contenuto concreto, individuato inmaniera sensibile, unicamente l’operazione stilistica stessa che l’ha prodotta»20 ). Ritengo questo punto interessante e <strong>del</strong>icato; si tratta in primoluogo di comprendere in cosa un “esempio” differisce da un meroindividuo, cioè quando e perché accade che un individuo abbia portataesemplare; e si tratta, in secondo luogo di comprendere a qualicondizioni un esempio esaurisca la classe che lo comprende 21 . Nelsaggio Gusto e Giudizio <strong>del</strong> 1962 <strong>Morpurgo</strong> esibiva una deduzioneempirica <strong>del</strong> giudizio individuale, mostrando la tipicità <strong>del</strong> giudizio digusto nella sintesi tra giudizio e gusto permessa dall’assorbimento <strong>del</strong>la61

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