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Grandi maestri piccole sculture

da Depero a Beverly Pepper a cura di Lara Vinca Masini

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Pop art<br />

Roy Lichtenstein<br />

(1923-1997)<br />

Come quasi tutti gli artisti pop aveva iniziato come<br />

vetrinista e come pubblicitario. Ne deriva la sua passione<br />

per il fumetto, che diventa il bersaglio del suo lavoro<br />

artistico. Ne dilata l’immagine che proietta sulla tela e<br />

ne riempie il retino tipografico, dilatato, che si fa, per<br />

lui, scheletro meccanico, ricreando l’immagine della<br />

puntinatura caratteristica dei pointilliste postimpressionisti.<br />

Intende esprimere la banalizzazione operata dall’informazione<br />

di massa che esprime con un’ironia fredda<br />

e distaccata. Tratta il quadro con un procedimento<br />

particolare, realizzandolo, cioè, a smalto e cuocendolo in<br />

forno; viene poi realizzato in molte copie. “Trasformare”<br />

scrive “è una strana parola. Implica che l’arte trasforma.<br />

Io do forma dove il fumetto non ha forma nel senso in<br />

cui io adopero questa parola. I fumetti hanno una forma<br />

ma non tentano di raggiungere l’unità. Lo scopo è diverso,<br />

lì si vuole rappresentare e io intendo unificare”. Così<br />

egli sceglie un particolare significativo di un fumetto e<br />

ne fissa i contorni per ricalco. In seguito l’uso del cartoon<br />

si fa, per Lichtenstein, il mezzo per analizzare qualsiasi<br />

tipo di immagine, da quelle del linguaggio della pittura<br />

(Grande pittura 6, 1965, la pennellata gestuale dell’Action<br />

Painting), ai D’après di Picasso, ai documenti del<br />

passato (Tempio di Apollo, 1964).<br />

Il pezzo presente in collezione, Modern Head, del 1968 è,<br />

in questo caso, un esempio quasi “improprio” del lavoro<br />

di Lichtenstein: è un gioiello rappresentante una piccola<br />

testa, nella quale il metallo è coperto da una patinatura<br />

di una immagine dalla superficie puntinata, dilatata, in<br />

smalto a colori vivi, rientrando, perciò, di diritto, nel<br />

lavoro consueto dell’artista.<br />

Modern Head, 1968; gioiello in<br />

metalli colorati e smaltati, h cm<br />

7. Multiplo. Asta “Dorotheum”,<br />

Vienna, 14.5.2002.<br />

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