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Grandi maestri piccole sculture

da Depero a Beverly Pepper a cura di Lara Vinca Masini

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Scultura postbellica e contemporanea<br />

Nanni Valentini<br />

(1932-1985)<br />

Nasceva come ceramista (allievo di Biancini all’Istituto<br />

d’Arte di Faenza), tra i rinnovatori, con Guido Gambone,<br />

Federico Fabbrini, Anselmo Bucci, Carlo Zauli, della<br />

ceramica in Italia. Collaborava con Albert Diato, che<br />

portava in Italia la conoscenza delle tecniche usate<br />

per il grès dai cinesi, dai nordeuropei, dai francesi.<br />

Valentini portava il grès alla sua massima espressione,<br />

facendone strumento della sua esperienza artistica, non<br />

limitata alla realizzazione di oggetti d’uso (che peraltro,<br />

nei nomi citati, diventavano pure “arte” in assoluto).<br />

Considerava il suo lavoro “un rimbalzo continuo tra la<br />

pittura e la ceramica [...], tra l’apparenza e l’incertezza<br />

o tra il visibile e il tattile”. A Milano, in stretto rapporto<br />

con artisti, architetti, letterati, portava avanti anche una<br />

vivace attività politica, nel gruppo Manifestazioni d’arte<br />

di protesta; faceva ricerche sulla percezione ottica e,<br />

dalla metà degli anni Settanta, sulla formatività. Era il<br />

periodo delle “sfere”, delle “nascite”, lavori stupendi,<br />

quasi sempre di un bianco purissimo. Ha considerato<br />

sempre la materia ceramica, si è detto, in un rapporto<br />

diretto con la pittura. Soprattutto quando, abbandonando<br />

la realizzazione di “oggetti”, anche in stretto sodalizio<br />

con Spagnulo, si dedicava definitivamente alla scultura,<br />

secondo un’impostazione concettuale (si ricordi la sua<br />

sensibile, sottilissima Rotazione, Premio Faenza 1977)<br />

assumendo la “materia” come strumento rivelatore di<br />

spazialità, che viene così ad acquistare “una precisa<br />

valenza strumentale” (E. Maurizi). La materia “terra”,<br />

con tutte le sue implicazioni storiche, mitiche, simboliche,<br />

antropologiche, si faceva allora, per lui, inesauribile<br />

strumento di creatività.<br />

In mostra Piastra, 1980, un lavoro estremamente semplice,<br />

ma anche estremamente raffinato, dove i materiali,<br />

uniti a mezzo di forme elementari, si esprimono con<br />

grande sensibilità, nel fondo morbido, nella banda decorativa,<br />

grigia, in cemento e ferro fuso, una sensibilità<br />

tattile quasi struggente.<br />

Piastra, 1980; terracotta e<br />

decorazione in grès e ferro fuso, cm<br />

36x36. Galleria La Scaletta, S. Polo<br />

d’Enza.<br />

400 401

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