Grandi maestri piccole sculture
da Depero a Beverly Pepper a cura di Lara Vinca Masini
da Depero a Beverly Pepper
a cura di Lara Vinca Masini
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Espressionismo<br />
Ernst Barlach<br />
(1870-1938)<br />
Frierende Alte, 1939, bronzo, cm<br />
23x16,5x18,5. Asta Dorotheum,<br />
Vienna, 31.5.2001. Lotto 46.<br />
A fianco<br />
Il cieco e lo zoppo, 1919; gesso. Asta<br />
Hauswedel & Nolte, Amburgo,<br />
9.6. 2001. Lotto 1026<br />
Una sosta in un piccolo villaggio di mugichi, schiavizzati<br />
dallo zarismo, nella Russia meridionale, fornirà il motivo<br />
ispiratore di tutta la sua ricerca, impostata, secondo i<br />
canoni dell’Espressionismo tedesco, sul tema del “selvaggio”,<br />
del “primigenio”, che egli scopriva nella dura<br />
vita degli umili, vessati dai potenti, dalla miseria, dalle<br />
ingiustizie sociali. Dichiarava: “In Russia ho sentito<br />
venirmi incontro, in forma adeguata, una vita in cui era<br />
contenuta ogni possibilità, la salvezza come l’infamia,<br />
la profondità come l’atrocità più tremenda. E mi sono<br />
precipitato in questo mare di forme...”. Aveva studiato<br />
all’Accademia di Dresda. Ha vissuto, dal 1910, quasi<br />
sempre a Güstrow, una piccola città quasi claustrale. Ha<br />
cercato di cogliere, col suo lavoro, il significato dell’uomo<br />
in qualcosa che fosse fuori del tempo, in luoghi particolari,<br />
pur non separando il suo concetto universale di uomo<br />
dal suo vivere nel presente. Le sue sono forme chiuse,<br />
compatte, quelle in legno in particolare, nette nel taglio,<br />
di una solennità che ci riporta a quella della scultura<br />
gotica tedesca e italiana (nel 1919 fu in Italia), che egli<br />
risolve in una sintesi di origine quasi cubista e nella forza<br />
dinamica, prorompente, dei suoi personaggi.<br />
Si riferisce spesso, nei suoi temi, a miti eroici nazionali<br />
(quello del Bersercher, lo Sterminatore è uno dei più<br />
ricorrenti), pur esprimendo, sempre, una profonda umanità,<br />
un senso di pietà per i deboli e gli oppressi. Durante<br />
il regime hitleriano fu messo al bando dai nazisti, che gli<br />
distrussero molte opere, come “artista degenerato”. È<br />
autore di alcuni monumenti ai caduti eseguiti tra gli anni<br />
Venti e Trenta (a Güstrow, 1923, a Magdeburgo, 1930).<br />
È anche autore di opere teatrali di carattere espressionista,<br />
tra le quali Der tote Tag (Il giorno morto, 1912), e Die<br />
Sundflut (Il diluvio universale, 1914).<br />
In mostra due opere: la prima Il cieco e lo zoppo, un bassorilievo<br />
in gesso del 1919, che mostra due figure drammaticamente<br />
dolenti, bloccate in una posizione contorta,<br />
la cui fatica è espressa nei rudi volti segnati, sbozzati con<br />
forza e dalla pesantezza delle masse; la seconda, Frierende<br />
Alte (Donna infreddolita), del 1939, un bronzo, l’immagine<br />
dolente di una donna accovacciata, la mani provate dai<br />
lavori più duri intrecciate in basso, sotto le ginocchia, il<br />
volto contratto in una muta espressione di dolore, chiusa<br />
in un blocco compatto, dai piani netti, simbolo drammatico<br />
di una rassegnazione senza speranza.<br />
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