Grandi maestri piccole sculture

Scultura postbellica e contemporanea
Mauro Staccioli
(1937)
La sua scultura è stata spesso avvicinata, erroneamente,
alla Minimal art della quale non ha l’intenzionalità, cioè
quella di sconvolgere lo spazio nel quale si colloca attraverso
l’estraneità. Egli si propone, invece, di instaurare
con lo spazio un rapporto di carattere “classico”. Usa
materiali da edilizia: cemento, mattoni, legname (ma
anche bronzo e metalli), con elementi emergenti, collocando
i suoi lavori presso castelli diroccati, di cui intende
fare emergere, al di là del disfacimento, anche l’energia
evocativa (Castello di Vigevano, 1987), in ambienti urbani,
in luoghi naturali (come nel Muro, 1982, nel Parco di
Celle, Collezione Gori, accanto ad alberi secolari). Presso
il Museo Pecci di Prato ha disposto una lunga lama
ricurva, Semiluna (1988) che si eleva lungo un sentiero di
accesso, con la sua parte finale, appuntita, incombente
sui passanti (minaccia o impatto con l’offerta di formatività
del museo?).
Nella collezione Bertini un modello, in scala, della
Semiluna del Pecci.
Semiluna, 1988; alluminio,
cm 74x12. Esemplare 39/50.
Centro d’arte contemporanea
Luigi Pecci di Prato.
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